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Album "La Bustina di Minerva"

In questa gallery raccogliamo documenti che illustrano la genesi e la vita editoriale della raccolta di articoli La Bustina di Minerva di Umberto Eco (Bompiani, 2000), che fanno riferimento ai temi trattati nell’opera o hanno fornito uno spunto per uno dei testi contenuti nel volume. Questo è il resoconto di un’esperienza di lettura e di ricerca nel patrimonio della nostra biblioteca (con alcune escursioni su altre raccolte documentarie). Non c’è quindi nessuna pretesa di una presentazione esaustiva dei molti argomenti e materiali che la varietà caleidoscopica degli articoli potrebbe suggerire. La scelta di quali percorsi esplorare o ignorare si è basata su motivazioni anche episodiche e dettate dall’interesse dei lettori e dalle discussioni che il gruppo di lettura ha sostenuto negli incontri precedenti. Più ancora che per le galleries precedenti anzi, in questo caso la natura frammentaria del testo ha suggerito una metodologia di ricerca spesso guidata dal caso e dalla serendipità, che restituisce un lavoro frammentario e composito, che speriamo possa rendere conto della struttura testuale e concettuale dell’opera da cui siamo partiti.

Delle citazioni non forniremo la pagina precisa ma il titolo dell’articolo da cui sono tratte. Questo rende più semplice identificare la citazione nelle diverse edizioni pubblicate della Bustina e la brevità degli articoli stessi (poco più di due pagine per la gran parte dei testi) rende molto semplice rintracciarvi il passo citato.

I documenti utilizzati sono quasi totalmente conservati e consultabili presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna. Salvo dove diversamente specificato la collocazione indicata è quindi relativa a questa biblioteca.

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Leo Spitzer, Perifrasi del concetto di fame (2019)
Created on 6 may 2025 — Updated on 14 may 2025

Leo Spitzer, Perifrasi del concetto di fame (2019)

Vediamo un caso da manuale di come la serendipità possa fare deragliare una ricerca verso scoperte inaspettate, curiose e capaci di catturare l’attenzione facendo dimenticare da dove si era partiti.

In Come dire parolacce in società (1992) Eco si occupa di quando e come si possano dire parolacce in contesti pubblici, rilevando che oggi si è persa l’arte dell’ingiuria, che non ha più quel valore di eccezionalità che la rendeva utile e preziosa nei pochi casi in cui la si usava. Bisognerebbe allora coltivare almeno l’arte della perifrasi per mettere a punto ingiurie mascherate. La seconda parte della Bustina è quindi un florilegio di insulti sotto perifrasi, del tipo (e citiamo una delle più semplici): «Ella ha una scatola cranica che più che alla speculazione sarebbe atta alla riproduzione».

Ci mettiamo quindi, con interesse limitato, alla ricerca di qualche documento che dedichi attenzione alla figura retorica della perifrasi e la nostra attenzione è attratta da questo volume. Il grande linguista Leo Spitzer, in servizio presso l’ufficio della censura postale dell’impero austro-ungarico durante la Prima Guerra Mondiale, decide di prendere nota di tutte le perifrasi che i prigionieri italiani utilizzano nelle lettere indirizzate alle famiglie per dire che patiscono la fame. Dirlo chiaramente, infatti, non era possibile, la lettera sarebbe stata appunto censurata - dallo stesso Spitzer - perché l’Austria non voleva che si diffondesse una visione negativa delle condizioni di vita dei soldati catturati. Questo materiale diventa, al termine del conflitto, una vera e propria miniera di dati da studiare per il linguista restituito alla vita civile. Ne nasce un libro curioso, interessante e allo stesso tempo tragico, che esplora questo aspetto specifico della lingua di quelle lettere che lo stesso Spitzer pubblica in un altro volume, Lettere di prigionieri di guerra italiani. 1915-1918 (l’edizione originale in tedesco era uscita nel 1921).

Un’occasione anche per ricordare che in Archiginnasio trova collocazione il Fondo Guerra Europea, ricco di documentazione interessante e originale sul primo conflitto mondiale.

 

Leo Spitzer, Perifrasi del concetto di fame. La lingua segreta dei prigionieri italiani nella Grande Guerra, Milano, Il saggiatore, 2019.

Collocazione: 20. G. 6111

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