MALEDETTI LIBRI!
L'irrefrenabile passione per la censura e la distruzione delle biblioteche
Da qualche anno la Biblioteca dell’Archiginnasio ha avviato una serie di studi volti ad approfondire le conseguenze concrete che eventi storici di vasta portata o avvenimenti di respiro più locale hanno avuto sul proprio patrimonio. La censura, le guerre, le scelte politiche, sono stati spesso causa di una perdita culturale alla quale in alcuni casi non è stato possibile rimediare. Studiare e approfondire questi eventi e queste tematiche è un modo per non dimenticare quanto successo in passato per evitare che si ripeta nel futuro.
Il libro di Fabio Stassi Bebelplatz. La notte dei libri bruciati (ed. Sellerio) ha dato lo spunto per questo progetto che, agli studi compiuti negli ultimi anni su questi temi, aggiunge ulteriori esempi e approfondimenti. L’opera di Stassi ha come focus centrale la censura nazista ma amplia il proprio sguardo a casi di distruzioni di documenti avvenute a causa di conflitti bellici, tema che tocca da vicino l’Archiginnasio. In molti casi infatti, anche quando la distruzione di documenti sembra casuale, la cancellazione della cultura di un paese - a partire dagli oggetti che hanno il compito di tramandarla e diffonderla - è uno degli obiettivi da raggiungere durante conflitti di varia natura e origine.
Se Bebelplatz è stato un punto di partenza, abbiamo cercato di seguirne l’esempio per spaziare interrogando altri studi e altri documenti, spesso legati alla vita della biblioteca. Abbiamo privilegiato i periodi in cui si sono affermate le dittature europee novecentesche, senza però tralasciare puntate nel passato e avendo sempre a mente quanto questi temi siano ancora di tragica attualità.
Per capire come l’odio verso i Maledetti libri - che sono espressione concreta della libertà di pensiero - abbia spesso accompagnato eventi tragici, ma anche generato per reazione esempi di dedizione e di impegno da parte di chi i documenti li deve custodire e salvare.
I documenti utilizzati sono quasi totalmente conservati e consultabili presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna. Salvo dove diversamente specificato la collocazione indicata è quindi relativa a questa biblioteca.
Magnus Hirschfeld
Un intero capitolo di Bebelplatz è dedicato alla storia della distruzione dell’Institut für Sexualwissenschaft, fondato a Berlino nel 1919 da Magnus Hirschfeld, un medico omosessuale ebreo che creò uno dei primi e più importanti centri per la ricerca sulla sfera sessuale e che può a buon diritto essere considerato uno dei più rilevanti precursori delle tematiche LGTBQ+.
Il movimento nazista non poteva tollerare l’attività dell’Istituto, accusato di diffondere l’omosessualità e di minare l’integrità del popolo tedesco: minacciato e più volte aggredito, Hirschfeld assistette nel 1933 alla totale distruzione del suo lavoro. L’importante biblioteca specializzata, ricca di circa 20.000 volumi, fu distrutta il 10 maggio 1933 nel rogo dei libri di Berlino.
Hirschfeld, che nel maggio del 1933 si trovava all’estero, riuscì ad evitare l’arresto e la deportazione, ma morì in esilio solo due anni dopo.
L’ossessione nazista nei confronti degli omosessuali portò negli anni successivi alla cattura e all’invio nei campi di concentramento di migliaia di omosessuali, distinguibili per portare cucito sulla casacca il triangolo rosa.
Anche il regime fascista perseguitò gli omosessuali, con diffide e ammonimenti e in alcuni casi con l’invio al confino, in genere sull’isola di S. Domino, nelle Tremiti.
Nell’Archivio della Biblioteca dell’Archiginnasio si trova una testimonianza dell’ostilità nei confronti del lavoro di Magnus Hirschfeld: il 18 settembre 1939 la biblioteca ricevette la richiesta, inoltrata dalla Direzione generale biblioteche per conto del Ministero della cultura popolare, di non consentire la lettura, se posseduto, di «Jahrbuch für sexuelle Zwischenstufen...», pubblicato a cura di Hirschfeld a Lipsia nel 1905.
L’Archiginnasio non possedeva la pubblicazione, ma garantì che se fosse pervenuto in Biblioteca in futuro, sarebbe stato sottoposto al divieto di consultazione.
Sulla censura in Archiginnasio, in particolare relativamente a opere e autori ebrei, si veda la mostra online L’eterno nemico e l’articolo di Maurizio Avanzolini L’eterno nemico. Dalla censura libraria all’applicazione delle leggi razziali: il Ventennio fascista nella Biblioteca dell’Archiginnasio.
BCABo, Archivio, Carteggio amministrativo, 1939, tit. IV-1, prot. 1149. Circolare della Direzione generale accademie e biblioteche, 18 settembre 1939.