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MALEDETTI LIBRI!

L'irrefrenabile passione per la censura e la distruzione delle biblioteche

 

Da qualche anno la Biblioteca dell’Archiginnasio ha avviato una serie di studi volti ad approfondire le conseguenze concrete che eventi storici di vasta portata o avvenimenti di respiro più locale hanno avuto sul proprio patrimonio. La censura, le guerre, le scelte politiche, sono stati spesso causa di una perdita culturale alla quale in alcuni casi non è stato possibile rimediare. Studiare e approfondire questi eventi e queste tematiche è un modo per non dimenticare quanto successo in passato per evitare che si ripeta nel futuro.

Il libro di Fabio Stassi Bebelplatz. La notte dei libri bruciati (ed. Sellerio) ha dato lo spunto per questo progetto che, agli studi compiuti negli ultimi anni su questi temi, aggiunge ulteriori esempi e approfondimenti. L’opera di Stassi ha come focus centrale la censura nazista ma amplia il proprio sguardo a casi di distruzioni di documenti avvenute a causa di conflitti bellici, tema che tocca da vicino l’Archiginnasio. In molti casi infatti, anche quando la distruzione di documenti sembra casuale, la cancellazione della cultura di un paese - a partire dagli oggetti che hanno il compito di tramandarla e diffonderla - è uno degli obiettivi da raggiungere durante conflitti di varia natura e origine.

Se Bebelplatz è stato un punto di partenza, abbiamo cercato di seguirne l’esempio per spaziare interrogando altri studi e altri documenti, spesso legati alla vita della biblioteca. Abbiamo privilegiato i periodi in cui si sono affermate le dittature europee novecentesche, senza però tralasciare puntate nel passato e avendo sempre a mente quanto questi temi siano ancora di tragica attualità.

Per capire come l’odio verso i Maledetti libri - che sono espressione concreta della libertà di pensiero - abbia spesso accompagnato eventi tragici, ma anche generato per reazione esempi di dedizione e di impegno da parte di chi i documenti li deve custodire e salvare.

 

I documenti utilizzati sono quasi totalmente conservati e consultabili presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna. Salvo dove diversamente specificato la collocazione indicata è quindi relativa a questa biblioteca.

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Fascisti sulle nuvole(tte)
Created on 3 nov 2025 — Updated on 18 nov 2025

Fascisti sulle nuvole(tte)

Nel 2013 Antonio Faeti ha raccontato la sua «educazione sentimentale compiutasi per mezzo, o forse anche a causa, dei fumetti» in La storia dei miei fumetti. Umberto Eco aveva fatto la stessa cosa in un romanzo del 2004, La misteriosa fiamma della regina Loana. Come loro migliaia di giovani nella prima metà del Novecento si formarono leggendo fumetti. Nonostante alcuni critici stigmatizzassero il fumetto come forma di lettura “inferiore” in quanto prevalentemente disegnata e con poco testo - e quindi troppo “facile” per educare i giovani - il Partito Fascista fece spesso uso del linguaggio fumettistico (con le tradizionali nuvolette, ma spesso nella versione con didascalie a fondo vignetta) per rivolgersi alla popolazione giovanile.

Ne vediamo un esempio nella pagina a fianco: una tavola a fumetti, nel 1923, celebra il primo anniversario del periodico ufficiale dei Gruppi Balilla, il «Giornale dei Balilla». Il numero da cui è tratta questa tavola è l’unico che risulta conservato nelle biblioteche del Polo Bolognese.

Significativo anche l’uso delle vignette in periodici non direttamente pubblicati dal Partito, ma che - per convinzione o per non incorrere in problemi censori - si adeguavano alle direttive e promuovevano i valori fascisti con tavole illustrate. Si veda il caso del Balilla Gruzzolino, personaggio che compare su «Il piccolo risparmiatore», rivista edita dalla Federazione delle Casse di Risparmio dell'Emilia e in cui a Libro e moschetto, capisaldi dell’educazione scolastica fascista, viene affiancato un buon libretto di risparmio.

Anche sul bollettino informativo della società Ducati «Ducati normali» troviamo tavole a fumetti, come quella datata 5 gennaio 1942 dal titolo Dielettrino eroe del mare, in cui il giovane Dielettrino - vero e proprio supereroe, con tanto di divisa che lo rende invulnerabile alle folgorazioni elettriche - sconfigge gli inglesi e si impadronisce della loro nave.

Il fumetto però a un certo punto generò sospetto non tanto perché, come detto prima, considerato di qualità letteraria inferiore rispetto a un testo solo scritto, ma perché si trattava di un prodotto strettamente legato al mondo americano. Le prime, blande forme di censura sfoceranno poi in un vero e proprio bando contro i fumetti provenienti da oltre oceano.

 

Il primo anniversario del “Balilla”, in «Giornale dei Balilla. Periodico ufficiale dei Gruppi Balilla», II, n. 53, 18 febbraio 1924.

Collocazione: SORBELLI Caps. 16 Opusc. 55

 

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