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MALEDETTI LIBRI!

L'irrefrenabile passione per la censura e la distruzione delle biblioteche

 

Da qualche anno la Biblioteca dell’Archiginnasio ha avviato una serie di studi volti ad approfondire le conseguenze concrete che eventi storici di vasta portata o avvenimenti di respiro più locale hanno avuto sul proprio patrimonio. La censura, le guerre, le scelte politiche, sono stati spesso causa di una perdita culturale alla quale in alcuni casi non è stato possibile rimediare. Studiare e approfondire questi eventi e queste tematiche è un modo per non dimenticare quanto successo in passato per evitare che si ripeta nel futuro.

Il libro di Fabio Stassi Bebelplatz. La notte dei libri bruciati (ed. Sellerio) ha dato lo spunto per questo progetto che, agli studi compiuti negli ultimi anni su questi temi, aggiunge ulteriori esempi e approfondimenti. L’opera di Stassi ha come focus centrale la censura nazista ma amplia il proprio sguardo a casi di distruzioni di documenti avvenute a causa di conflitti bellici, tema che tocca da vicino l’Archiginnasio. In molti casi infatti, anche quando la distruzione di documenti sembra casuale, la cancellazione della cultura di un paese - a partire dagli oggetti che hanno il compito di tramandarla e diffonderla - è uno degli obiettivi da raggiungere durante conflitti di varia natura e origine.

Se Bebelplatz è stato un punto di partenza, abbiamo cercato di seguirne l’esempio per spaziare interrogando altri studi e altri documenti, spesso legati alla vita della biblioteca. Abbiamo privilegiato i periodi in cui si sono affermate le dittature europee novecentesche, senza però tralasciare puntate nel passato e avendo sempre a mente quanto questi temi siano ancora di tragica attualità.

Per capire come l’odio verso i Maledetti libri - che sono espressione concreta della libertà di pensiero - abbia spesso accompagnato eventi tragici, ma anche generato per reazione esempi di dedizione e di impegno da parte di chi i documenti li deve custodire e salvare.

 

I documenti utilizzati sono quasi totalmente conservati e consultabili presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna. Salvo dove diversamente specificato la collocazione indicata è quindi relativa a questa biblioteca.

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Sarajevo, Timbuctù, Ucraina e Gaza
Created on 30 oct 2025 — Updated on 20 nov 2025

Sarajevo, Timbuctù, Ucraina e Gaza

La distruzione delle biblioteche causata da conflitti bellici non è solamente un tema storico ma anche di attualità e di cui possiamo trovare numerosi esempi anche negli ultimi 30 anni.

Tra il 26 e il 26 agosto 1992 inizia il bombardamento da parte delle milizie serbe della Biblioteca nazionale e universitaria della Bosnia-Erzegovina di Sarajevo, che porta alla distruzione di centinaia di migliaia di volumi. Il durissimo assedio della città, raccontato attraverso le testimonianze degli abitanti in Sopravvivere a Sarajevo. Condizioni urbane estreme e resilienza. Testimonianze di cittadini nella Sarajevo assediata 1992-1996, durerà dal 1992 al 1996 (vedi la copertina).
Nel 2012 sono a rischio migliaia di manoscritti conservati a Timbuctù, in Mali, occupata dal gruppo islamista di Ansar Dine, legato ad al-Qaeda nel Maghreb: solo una parte dei manoscritti verrà distrutta, mentre un gruppo di bibliotecari riuscirà a portare in salvo la maggior parte dell’immenso patrimonio. Una storia appassionante, raccontata da Joshua Hammer in La biblioteca segreta di Timbuctù. La vera storia degli uomini che salvarono trecentomila libri dalla furia della Jihad (vedi la copertina). Ma sarebbe impossibile elencare gli episodi di distruzione di libri, di biblioteche e i casi di autori censurati, perseguitati, incarcerati e uccisi negli ultimi decenni.
Stassi in Bebelplatz fornisce una cronologia ragionata, che parte dall’antichità e giunge sino ai bombardamenti dell’Ucraina e di Gaza, ma dopo la pubblicazione del libro nel 2024 le distruzioni sono continuate in modo incessante e con esiti catastrofici. Mentre in Ucraina venivano distrutte biblioteche e altri luoghi di cultura, come musei e teatri, quello che è accaduto a Gaza dopo il massacro di Hamas del 7 ottobre 2023 era difficilmente immaginabile. La distruzione del patrimonio culturale presente a Gaza dopo due anni di bombardamenti è imponente: biblioteche, musei, archivi, siti archeologici, chiese e moschee sono state distrutte sistematicamente, come illustrato in un rapporto della Commissione d’inchiesta indipendente delle Nazioni Unite sui Territori palestinesi occupati.
Una simile distruzione può ricordare solo immagini lontane, come quelle delle città tedesche e giapponesi, ad esempio il grande rogo di Dresda (descritto da Kurt Vonnegut in Mattatoio n. 5, o La crociata dei bambini (danza obbligata con la morte), Amburgo e Tokio, rase al suolo dall’aviazione Alleata.

Billy Pilgrim, il protagonista di Mattatoio n. 5, racconta del bombardamento di Dresda del 13 febbraio 1945: uscendo dal sotterraneo del mattatoio che li ha salvati dal fuoco, un gruppo di prigionieri americani si affaccia sulle macerie fumanti, che ricordano la superficie lunare: «[...] una cosa era chiara: in città dovevano essere morti tutti... Sulla luna non doveva esserci proprio nessun altro abitante» (p. 174).
In realtà, solo quando l’accesso a Gaza sarà consentito alla stampa e alle organizzazioni internazionali, sarà possibile avere un resoconto esatto della distruzione operata dall’esercito israeliano. Sono intanto accessibili le immagini di civili palestinesi costretti a utilizzare i libri dispersi nelle strade accanto alle biblioteche sventrate come combustibile per cucinare, in mancanza di altro, e forse si tratta dell’unica circostanza in cui bruciare libri non è un crimine.
Lo storico Jean-Pierre Filiu, in Niente mi aveva preparato. Un reportage da Gaza, riporta la testimonianza dello scrittore di Gaza Mahmoud Assaf e della sua libreria di trentamila volumi che un fornaio ha proposto di acquistare per alimentare i forni in mancanza di altre fonti di energia. 
«Trasformare la conoscenza in cenere per sopravvivere ha il sapore della morte» (p. 156), dice Assaf a Filiu.
Fino a qualche mese fa Assaf non aveva ancora accettato la proposta (Filiu è stato a Gaza fino al gennaio 2025): dove sarà ora la sua libreria?
Gaza, i libri e la vita di un libraio sono raccontate in un romanzo dello scrittore nato in Marocco e cresciuto in Francia, Rachid Benzine, Il libraio di Gaza.
Il vecchio Nabil racconta ad un fotografo francese la sua vita, percorrendo le tappe fondamentali del conflitto tra israeliani e palestinesi, tra citazioni di Shakespeare, Primo Levi e del poeta palestinese Mahmud Darwish.
Probabilmente non esistono più librerie a Gaza, sono rimaste solo quelle raccontate nei romanzi.

 

Rachid Benzine, Il libraio di Gaza, Milano, Corbaccio, 2025.
Collocazione: 20. S. 59

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