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MALEDETTI LIBRI!

L'irrefrenabile passione per la censura e la distruzione delle biblioteche

 

Da qualche anno la Biblioteca dell’Archiginnasio ha avviato una serie di studi volti ad approfondire le conseguenze concrete che eventi storici di vasta portata o avvenimenti di respiro più locale hanno avuto sul proprio patrimonio. La censura, le guerre, le scelte politiche, sono stati spesso causa di una perdita culturale alla quale in alcuni casi non è stato possibile rimediare. Studiare e approfondire questi eventi e queste tematiche è un modo per non dimenticare quanto successo in passato per evitare che si ripeta nel futuro.

Il libro di Fabio Stassi Bebelplatz. La notte dei libri bruciati (ed. Sellerio) ha dato lo spunto per questo progetto che, agli studi compiuti negli ultimi anni su questi temi, aggiunge ulteriori esempi e approfondimenti. L’opera di Stassi ha come focus centrale la censura nazista ma amplia il proprio sguardo a casi di distruzioni di documenti avvenute a causa di conflitti bellici, tema che tocca da vicino l’Archiginnasio. In molti casi infatti, anche quando la distruzione di documenti sembra casuale, la cancellazione della cultura di un paese - a partire dagli oggetti che hanno il compito di tramandarla e diffonderla - è uno degli obiettivi da raggiungere durante conflitti di varia natura e origine.

Se Bebelplatz è stato un punto di partenza, abbiamo cercato di seguirne l’esempio per spaziare interrogando altri studi e altri documenti, spesso legati alla vita della biblioteca. Abbiamo privilegiato i periodi in cui si sono affermate le dittature europee novecentesche, senza però tralasciare puntate nel passato e avendo sempre a mente quanto questi temi siano ancora di tragica attualità.

Per capire come l’odio verso i Maledetti libri - che sono espressione concreta della libertà di pensiero - abbia spesso accompagnato eventi tragici, ma anche generato per reazione esempi di dedizione e di impegno da parte di chi i documenti li deve custodire e salvare.

 

I documenti utilizzati sono quasi totalmente conservati e consultabili presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna. Salvo dove diversamente specificato la collocazione indicata è quindi relativa a questa biblioteca.

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LA RIVINCITA DI YAMBO
Created on 13 nov 2025

LA RIVINCITA DI YAMBO

Enrico Novelli in arte Yambo (1874-1943) è uno dei più prolifici autori di libri per ragazzi a cavallo tra due secoli. Personalità eclettica, la sua carriera si snoda tra il mondo del teatro, quello letterario, quello dell'illustrazione, della satira, del giornalismo e anche del cinema. I suoi scritti sono per lo più di natura puramente fantastica. È da considerarsi uno dei precursori del genere fantascientifico in Italia. Sebbene i suoi mondi e i suoi personaggi siano surreali e utopici, è un autore ironico e irriverente che strizza l’occhio anche alle vicende politiche del suo tempo. Nel 1909 scrisse il romanzo La rivincita di Lissa, ambientato in un futuro prossimo: l’eroe è il Capitano Nero che per vendicare la sconfitta subita dagli italiani a Lissa organizza una serie di cospirazioni. Aiutato da alcuni patrioti italiani residenti nei Balcani, e servendosi di un maestoso dirigibile, provocherà una guerra tra l’Italia e l’Austria dell’Imperatore Francesco Giuseppe, detto Cecco Beppe.
Il romanzo nel 1911 subì una condanna in contumacia da parte dell'Imperial Regio Governo di Vienna per istigazione all’irredentismo e venne così messo all’indice in Austria.
Anche in Italia il libro non fu ben accolto. Yambo in occasione della ristampa del 1929 scrisse di suo pugno una prefazione in cui raccontò la vicenda:

 

Inutile dire che l’opera modesta mi procurò un sacco di noie da parte del Governo Italiano, il quale cominciò con l’ordinare il sequestro dei manifesti, perchè rappresentavano Cecco Beppe a colloquio con un fantasma: e poi ammonimenti, e severi consigli di moderazione e pratiche per impedire la distribuzione del libro. In Austria, naturalmente, il romanzo venne messo all’Indice, e io fui segnato tra le persone che non potevano oltrepassare la frontiera dell’Impero, senza dover fare i conti con la polizia austriaca.


La rivincita di Lissa sconfisse la censura e venne ristampato nel 1929. Sebbene il libro non sia un'opera apertamente fascista, anticipava i valori e le motivazioni del Regime: una comunità fondata sulla gerarchia che ha cieca fede nel proprio Capo, un condottiero capace di salvare l’intera nazione dalla decadenza e dalla corruzione, la ferrea disciplina.  

 

Yambo, La rivincita di Lissa, Milano, Vallardi, 1932.

Collocazione: SACCENTI. Gc. 425

 

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