
Album "La Bustina di Minerva"
In questa gallery raccogliamo documenti che illustrano la genesi e la vita editoriale della raccolta di articoli La Bustina di Minerva di Umberto Eco (Bompiani, 2000), che fanno riferimento ai temi trattati nell’opera o hanno fornito uno spunto per uno dei testi contenuti nel volume. Questo è il resoconto di un’esperienza di lettura e di ricerca nel patrimonio della nostra biblioteca (con alcune escursioni su altre raccolte documentarie). Non c’è quindi nessuna pretesa di una presentazione esaustiva dei molti argomenti e materiali che la varietà caleidoscopica degli articoli potrebbe suggerire. La scelta di quali percorsi esplorare o ignorare si è basata su motivazioni anche episodiche e dettate dall’interesse dei lettori e dalle discussioni che il gruppo di lettura ha sostenuto negli incontri precedenti. Più ancora che per le galleries precedenti anzi, in questo caso la natura frammentaria del testo ha suggerito una metodologia di ricerca spesso guidata dal caso e dalla serendipità, che restituisce un lavoro frammentario e composito, che speriamo possa rendere conto della struttura testuale e concettuale dell’opera da cui siamo partiti.
Delle citazioni non forniremo la pagina precisa ma il titolo dell’articolo da cui sono tratte. Questo rende più semplice identificare la citazione nelle diverse edizioni pubblicate della Bustina e la brevità degli articoli stessi (poco più di due pagine per la gran parte dei testi) rende molto semplice rintracciarvi il passo citato.
I documenti utilizzati sono quasi totalmente conservati e consultabili presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna. Salvo dove diversamente specificato la collocazione indicata è quindi relativa a questa biblioteca.

Maurizio Blondet, Gli Adelphi della dissoluzione (1999)
La Bustina del 1997 L’Opus Dei smentisce che io sia l’Anticristo! sembra tratta dalle pagine de Il cimitero di Praga. Un articolo scherzoso di Rino Camilleri pubblicato sulla rivista «Studi Cattolici», solitamente associata all’Opus Dei, era stato preso sul serio dagli organi di stampa, che avevano diffuso la notizia che l’Opus Dei riteneva che Umberto Eco fosse l’Anticristo. Era stato necessario fare seguire una smentita. Ci sarebbe da farsi una risata se Eco nella Bustina non ricordasse che un altro collaboratore della rivista, Maurizio Blondet, aveva pubblicato il volume di cui vediamo la copertina, «in cui si provava come la casa editrice Adelphi fosse una istituzione filo-giudeo-massonica-satanista». E non c’era ombra di ironia nelle parole di Blondet.
La quarta di copertina del libro di Blondet parla di numerose ristampe nel giro di pochi anni. Non conoscendo la tiratura di queste ristampe, potrebbe trattarsi di semplice e banale strategia di marketing. Ma Eco, che conosce bene questo settore editoriale, avendone trattato ampiamente, pur se in forma romanzesca, ne Il pendolo di Foucault, la vede diversamente: «le mie lunghe frequentazioni con la bibliografia del complottismo internazionale, dall’abate Barruel ai Protocolli dei Savi di Sion, mi ha persuaso che questo tipo di letteratura spesso fiorisce perché è economicamente redditizia, dato che esiste un ampio pubblico di esaltati, occultisti, neonazisti e deliranti sfusi».
Questi temi sono di lunga durata per il nostro autore, nel passato come negli anni a venire, se si considera che Il cimitero di Praga arriverà 13 anni dopo questa Bustina.
Maurizio Blondet, Gli Adelphi della dissoluzione. Strategie culturali del potere iniziatico, 3. ed., Milano, Ares, stampa 1999.