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Album "La Bustina di Minerva"

In questa gallery raccogliamo documenti che illustrano la genesi e la vita editoriale della raccolta di articoli La Bustina di Minerva di Umberto Eco (Bompiani, 2000), che fanno riferimento ai temi trattati nell’opera o hanno fornito uno spunto per uno dei testi contenuti nel volume. Questo è il resoconto di un’esperienza di lettura e di ricerca nel patrimonio della nostra biblioteca (con alcune escursioni su altre raccolte documentarie). Non c’è quindi nessuna pretesa di una presentazione esaustiva dei molti argomenti e materiali che la varietà caleidoscopica degli articoli potrebbe suggerire. La scelta di quali percorsi esplorare o ignorare si è basata su motivazioni anche episodiche e dettate dall’interesse dei lettori e dalle discussioni che il gruppo di lettura ha sostenuto negli incontri precedenti. Più ancora che per le galleries precedenti anzi, in questo caso la natura frammentaria del testo ha suggerito una metodologia di ricerca spesso guidata dal caso e dalla serendipità, che restituisce un lavoro frammentario e composito, che speriamo possa rendere conto della struttura testuale e concettuale dell’opera da cui siamo partiti.

Delle citazioni non forniremo la pagina precisa ma il titolo dell’articolo da cui sono tratte. Questo rende più semplice identificare la citazione nelle diverse edizioni pubblicate della Bustina e la brevità degli articoli stessi (poco più di due pagine per la gran parte dei testi) rende molto semplice rintracciarvi il passo citato.

I documenti utilizzati sono quasi totalmente conservati e consultabili presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna. Salvo dove diversamente specificato la collocazione indicata è quindi relativa a questa biblioteca.

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Carlo Gemelli, Satana e il satanismo (1877)
Created on 6 may 2025 — Updated on 11 may 2025

Carlo Gemelli, Satana e il satanismo (1877)

In uno degli ultimi capitoli de Il cimitero di Praga Eco descrive un rito satanico che si conclude con un’orgia favorita da sostanze allucinatorie. Il tema era già presente ne Il nome della rosa: Salvatore viene accusato di avere avuto commercio col demonio e con la giovane popolana, a sua volta accusata di stregoneria.

Nella seconda metà degli anni Novanta del ventesimo secolo i mezzi di informazione fomentano una paura delle sette sataniche che va ben oltre la realtà dei fatti. La domenica andando alla messa..., Bustina del 1996, parte ancora una volta dall’attualità per mostrare la profondità storica con cui si devono leggere questi episodi:

 

«Nelle ultime due settimane i giornali non ci hanno risparmiato riti d’incappucciati, e amplessi blasfemi, e satanismi di vario genere. La prossima volta che sentiremo cantare da un coro folkloristico “La domenica andando alla messa - circondata dai miei amatori...”, penseremo che si tratti naturalmente di messa nera. L’impressione che il fenomeno sia nuovo nasce solo perché la stampa se ne occupa (forse persino perché gli adepti fanno di tutto per farsi scoprire e andare a finire in prima pagina). Sappiamo benissimo che, nel corso dei secoli, popolani e intellettuali andavano al sabba, o godevano a pugnalare le ostie. È vero che sono finite sul rogo come streghe delle povere donnicciole che al massimo raccoglievano erbe medicamentose, ma che ci fossero adoratori di Satana è cosa pacifica.

Perché si partecipa a riti satanici, sempre con risvolti sessuali?»

 

Il breve opuscolo di Carlo Gemelli, che ricostruisce il tema fin dall’antichità classica, mostra che già nel 1877 esisteva coscienza del fatto che le accuse che conducevano al rogo gli adoratori dei demoni erano pretestuose e dettate da paure irrazionali o da precisi scopi di controllo della popolazione. E spesso a dovere essere controllata era proprio, come accenna Eco, una pulsione sessuale che andava contro le regole della convenzione morale.

 

[Carlo Gemelli], Satana e il satanismo, Bologna, Tip. Società Azzoguidi, stampa 1877.

Collocazione: 1-ST.SACRA MISCELLANEA 02, 045

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