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Album Eymerich: immagini e documenti

In questa gallery abbiamo raccolto sia documenti storici che sono stati fonte e spunto per le narrazioni del Ciclo di Eymerich - e per Il fantasma di Eymerich in particolare - e che in buona parte vengono citati da Evangelisti all'interno del racconto, sia altri documenti che rimandano ai temi trattati nei romanzi. In piena consonanza con il metodo di lavoro e con la poetica di Evangelisti, ci sembra un modo per accrescere legami e reti fra testi e per suggerire ulteriori spunti di approfondimento e lettura.

I documenti citati sono quasi interamente conservati e consultabili presso la Biblioteca dell'Archiginnasio di Bologna. Salvo dove diversamente specificato, la collocazione indicata è quindi relativa a questa biblioteca.

Per una bibliografia aggiornata e completa di Valerio Evangelisti vi invitiamo a visitare il sito a lui dedicato.

immagine di Italo Mereu, Storia dell'intolleranza in Europa (1979)
Italo Mereu, Storia dell'intolleranza in Europa (1979)
Valerio Evangelisti ha raccontato di avere incontrato per la prima volta la figura storica di Nicolas Eymerich (in catalano Nicolau Aymerich) nel volume di cui riportiamo la copertina. Mereu dedica alcune pagine a Eymerich in apertura del volume, analizzando le origini dell'Inquisizione e sottolineanco l'importanza di Eymerich nella codificazione e formalizzazione delle pratiche processuali, che rimarranno valide per molti secoli a venire.   Italo Mereu, Storia dell'intolleranza in Europa. Sospettare e punire. Il sospetto e l'Inquisizione romana nell'epoca di Galilei, Milano, A. Mondadori, 1979. Collocazione: ZANARDI C. 1242  
immagine di Il grande inquisitore - Vincent Price
Il grande inquisitore - Vincent Price
Non esistono immagini del Nicolas Eymerich "storico". I tratti fisici descritti da Evangelisti nei suoi romanzi, per testimonianza dell'autore stesso, sono in gran parte ispirati dal personaggio interpretato da Vincent Price nel film Il grande inquisitore (Witchfinder General), diretto da Michael Reeves nel 1968. 
immagine di Nicolas Eymerich, Directorium inquisitorum (1585)
Nicolas Eymerich, Directorium inquisitorum (1585)
Nicolas Eymerich (1320-1399) ha scritto, negli anni Settanta del XIV secolo, un'opera che per secoli è rimasta un fondamento delle pratiche "investigative" e processuali della Santa Inquisizione. Da subito è stata copiata ed è circolata in tutta Europa, poi l'invenzione della stampa ne ha permesso una diffusione ancora maggiore. L'opera è spesso citata nei romanzi del Ciclo di Eymerich. In particolare all'inizio del penultimo libro del Ciclo, Eymerich risorge, troviamo l'inquisitore ritiratosi in solitudine proprio per studiare e redigere questa sua opera. In questa immagine e nella prossima mostriamo i frontespizi di due edizioni pubblicate fra fine '500 e inizio '600. L’edizione del 1585 è interamente consultabile online. Come si può vedere dalle annotazioni manoscritte sul frontespizio, l'esemplare qui presentato, oggi conservato alla Bibliooteca dell'Archiginnasio, apparteneva al Convento di S. Domenico di Bologna. Eymerich faceva parte dell'ordine domenicano ed è stato a lungo Inquisitore Generale del Regno di Aragona. Le numerose postille presenti nelle pagine interne dimostrano che l'opera era continuamente consultata e serviva ancora, dopo tre secoli, come guida per le pratiche inquisitoriali. I volonterosi carnefici del papa è il titolo dell’introduzione che Evangelisti scrive per l’edizione italiana dell’opera di Eymerich curata da Louis Sala-Molins, pubblicata da Fanucci col titolo Il manuale dell’inquisitore. Per un'analisi di come Evangelisti utilizzi la parole del Directorium all'interno dei romanzi consigliamo la lettura dell'articolo Valerio Evangelisti, Eymerich e le parole del Directorium Inquisitorum. Derive e frontiere. Scorribande nella lingua e nei linguaggi di fumetto e fantascienza di Alberto Sebastiani.   Nicolas Eymerich, Directorium inquisitorum F. Nicolai Eymerici Ordinis Praed. Cum commentariis Francisci Pegñae, Roma, Giorgio Ferrari, 1585. Collocazione: 1. CC. I. 1
immagine di Nicolas Eymerich, Directorium inquisitorum (1607)
Nicolas Eymerich, Directorium inquisitorum (1607)
Nicolas Eymerich, Directorium inquisitorum f. Nicolai Eymerici ordinis Praedicatorum, cum commentariis Francisci Pegñe, Venezia, Marco Antonio Zalterio, 1607. Collocazione: 6. QQ. V. 13
immagine di André Morellet, Nicolas Eymerich, Le manuel des inquisiteurs (1762)
André Morellet, Nicolas Eymerich, Le manuel des inquisiteurs (1762)
Nel cuore del XVIII secolo il Directorium di Eymerich viene ancora tradotto (in francese) e pubblicato (in Portogallo), pur in versione compendiata. Ma gli scopi sono cambiati. Particolarmente interessanti sono le parti introduttive di questo volume, che si trova interamente digitalizzato, un Avertissement de l'éditeur e una Préface de l'auteur de l'Abrégé du Directoire des Inquisiteurs. In questi testi si sottolinea che, nonostante i numerosi cambiamenti verificatisi nel corso dei secoli, le massime ispiratrici e le procedure tecniche del Tribunale della Santa Inquisizione siano rimaste molto simili a quelli codificati da Eymerich. «Enfin la doctrine d'Eymeric a toujours été, & est encore aujord'hui la veritable base sur laquelle est établie toute la Jurisprudence des Inquisitions du monde Chrétien: vérité qu'il nous a paru nécessaire d'établir» (p. 21). Nonostante le ripetute dichiarazioni di imparzialità del traduttore - il cui nome, si noti, non compare nel frontespizio - lo scopo finale dell'opera è proprio quello di mettere in luce come il Tribunale dell'Inquisizione sia ancora legato a una concezione oscurantista della religione e gestisca il proprio potere in maniera autoritaria e non accettabile in quello che sarà chiamato "il secolo dei lumi". Anche l'assenza del nome dell'editore e il fatto che, pur in francese, il libro venga pubblicato (almeno nominalmente) in Portogallo, sembrano testimoniare il timore che opera e autore possano essere oggetto delle sgradite attenzioni proprio del Tribunale dell'Inquisizione.   André Morellet, Niscolas Eymerich, Le manuel des inquisiteurs, a l'usage des Inquisitions d'Espagne & de Portugal. Ou Abregè de l'ouvrage intitulé: Directorium inquisitorum, composé vers 1358 par Nicolas Eymeric; grand inquisiteur dans le royaume d'Arragon, Lisbonne, [s.n.], 1762. Collocazione: 6. QQ. III. 29
immagine di Jakob Sprenger e Heinrich Krämer, Malleus maleficarum (1520)
Jakob Sprenger e Heinrich Krämer, Malleus maleficarum (1520)
Nell'introduzione alla Storia dell'inquisizione di Carlo Havas (Odoya, 2010), Valerio Evangelisti cita il Malleus maleficarum come uno dei "manuali" fondamentali per la pratica inquisitoria, insieme al Directorium di Eymerich e alla precedente Practica inquisitionis di Bernard Gui (personaggio storico divenuto a sua volta personaggio letterario ne Il nome della rosa di Umberto Eco). Sottolineando la fortuna ottenuta da queste opere nel corso dei secoli - e per contrastare una tendenza storiografica "revisionista" volta a negare la crudeltà e la violenza delle pratiche messe in atto dalla Santa Inquisizione - Evangelisti, nell'introduzione prima citata, si interroga sulla natura di questi testi e sul loro concreto utilizzo da parte degli inquisitori: «Sterile esercizio intellettuale, nascita di un genere narrativo bizzarro senza ricadute concrete? Ne dubito molto; anzi, sono convinto che la ricaduta concreta ci fosse: quei libri uccidevano» (p. 15). L'esemplare qui presentato del Malleus - che si trova interamente digitalizzato e di cui mostriamo alcune pagine nelle immagini successive - ricco di postille e annotazioni manoscritte da mani diverse e numerose, sembra confermare l'uso e lo studio continuato dell'opera.    Jakob Sprenger, Heinrich Krämer, Malleus maleficarum, maleficas, & earum hæresim, vt phramea potentissima conterens, Colonia, Johann Gymnich, [1520]. Collocazione: 3. L. V*. 33
immagine di Jakob Sprenger e Heinrich Krämer, Malleus maleficarum (1520)
Jakob Sprenger e Heinrich Krämer, Malleus maleficarum (1520)
Oltre alle numerose note e postille, anche la numerazione della carte in alto a destra testimonia la necessità di rendere più semplice la consultazione e la possibilità di fare riferimenti al testo. La numerazione che si trova invece al centro delle pagine è moderna, probabilmente realizzata da bibliotecari in epoca recente.   Jakob Sprenger, Heinrich Krämer, Malleus maleficarum, maleficas, & earum hæresim, vt phramea potentissima conterens, Colonia, Johann Gymnich, [1520]. Collocazione: 3. L. V*. 33
immagine di Jakob Sprenger e Heinrich Krämer, Malleus maleficarum (1520)
Jakob Sprenger e Heinrich Krämer, Malleus maleficarum (1520)
Jakob Sprenger, Heinrich Krämer, Malleus maleficarum, maleficas, & earum hæresim, vt phramea potentissima conterens, Colonia, Johann Gymnich, [1520]. Collocazione: 3. L. V*. 33
immagine di Jakob Sprenger e Heinrich Krämer, Malleus maleficarum (1520)
Jakob Sprenger e Heinrich Krämer, Malleus maleficarum (1520)
L'ultima pagina dell'esemplare mostra la collocazione del libro nella biblioteca del Convento dei Santi Ludovico e Alessio di Bologna, da cui proviene.   Jakob Sprenger, Heinrich Krämer, Malleus maleficarum, maleficas, & earum hæresim, vt phramea potentissima conterens, Colonia, Johann Gymnich, [1520]. Collocazione: 3. L. V*. 33
immagine di Philippus van Limborch, Historia inquisitionis (1692)
Philippus van Limborch, Historia inquisitionis (1692)
Di questa storia dell'Inquisizione di fine '600 - che dedica qualche riga a Eymerich, ricordando come abbia sempre agito «contra haereticos fortiter» - riportiamo nelle immagini successive alcune belle incisioni, opera di Adriaan Schoonebeck. Le immagini rappresentano le vesti che dovevano indossare le persone condannate e punite (più o meno pesantemente) dal Tribunale dell'Inquisizione, alcune cerimonie e due vessilli, uno dei quali dell'Inquisizione spagnola. Nel penultimo romanzo del ciclo, Eymerich risorge, l'inquisitore fa disegnare al giovane cagot Charpentier, su una tela, il proprio vessillo. Siamo nel capitolo 24: «Con un carboncino [Charpentier] vi aveva disegnato, in maniera approssimata ma non spregevole, una croce nodosa, colorata sfregandovi dell'erba. Da un lato figurava una spada, dall'altro una pianta d'olivo. Attorno, in un cornice ovale allungata, si leggeva la scritta: "Exurge Domine et judica causam tuam. Psalm. 73"». Il vessillo serve per imbastire un processo improvvisato in una casa dispersa fra le montagne, in maniera in realtà non troppo ortodossa. Se l'Eymerich storico è stato maestro e codificatore delle pratiche inquisitorie per i suoi successori, l'Eymerich letterario non esita a infrangere le procedure se questo può servire nella sua lotta contro l'eresia e Satana.   Philippus van Limborch, Historia inquisitionis. Cui subjungitur Liber sententiarum inquisitionis Tholosanæ ab anno Christi 1307 ad annum 1323, Amsterdam, Hendrik Wetstein, 1692. Collocazione: 1. CC. I. 2    
immagine di Bernardo da Como, Lucerna inquisitorum haereticae prauitatis (1566)
Bernardo da Como, Lucerna inquisitorum haereticae prauitatis (1566)
Un altro "manuale per inquisitori", questa volta scritto nella seconda metà del XVI secolo ma che si rifà alle opere citate precedentemente. L'autore, Bernardo da Como (nome secolare: Bernardo Rategno) era inquisitore di Como. Anche questo esemplare apparteneva al Convento di S. Domenico di Bologna, come testimonia il bellissimo timbro sul frontespizio, che è uno degli ex libris utilizzati nella biblioteca di quel convento.   Bernardo da Como, Lucerna inquisitorum haereticae prauitatis R.P.F. Bernardi Comensis ordinis praedicatorum, ac inquisitoris egregij, in qua summatim continetur quicquid desideratur ad huiusce inquisitionis sanctus munus exequendum, Milano, Valerio e Girolamo Meda, 1566. Collocazione: 2. HH. III. 05
immagine di Cesare Carena, Tractatus de officio sanctissimae inquisitionis (1641)
Cesare Carena, Tractatus de officio sanctissimae inquisitionis (1641)
Questo Tractatus ad uso del Tribunale dell'Inquisizione venne pubblicato in prima edizione nel 1636 con titolo leggermente diverso (Tractatus de modo procedendi in causis Sancti Officii). A partire da questa edizione del 1641 il titolo divenne quello qui indicato. L'autore è il giurista Cesare Carena. Sul frontespizio dell'esemplare qui presentato si nota (evidenziato nel rettangolo rosso e ingrandito a fianco) un altro degli ex libris utilizzati dal Convento di San Domenico di Bologna, a cui l'esemplare apparteneva. Come si può notare, si minaccia la scomunica per chi osi sottrarre il volume dalla biblioteca del convento.   Cesare Carena, Tractatus de officio sanctissimae inquisitionis, et modo procedendi in causis fidei, Cremona, Marco Antonio Belpiero, 1641. Collocazione: 6. QQ. II. 26
immagine di Philippus van Limborch, Historia inquisitionis (1692)
Philippus van Limborch, Historia inquisitionis (1692)
Philippus van Limborch, Historia inquisitionis. Cui subjungitur Liber sententiarum inquisitionis Tholosanæ ab anno Christi 1307 ad annum 1323, Amsterdam, Hendrik Wetstein, 1692. Collocazione: 1. CC. I. 2  
immagine di Philippus van Limborch, Historia inquisitionis (1692)
Philippus van Limborch, Historia inquisitionis (1692)
Philippus van Limborch, Historia inquisitionis. Cui subjungitur Liber sententiarum inquisitionis Tholosanæ ab anno Christi 1307 ad annum 1323, Amsterdam, Hendrik Wetstein, 1692. Collocazione: 1. CC. I. 2
immagine di Philippus van Limborch, Historia inquisitionis (1692)
Philippus van Limborch, Historia inquisitionis (1692)
Philippus van Limborch, Historia inquisitionis. Cui subjungitur Liber sententiarum inquisitionis Tholosanæ ab anno Christi 1307 ad annum 1323, Amsterdam, Hendrik Wetstein, 1692. Collocazione: 1. CC. I. 2
immagine di Philippus van Limborch, Historia inquisitionis (1692)
Philippus van Limborch, Historia inquisitionis (1692)
Philippus van Limborch, Historia inquisitionis. Cui subjungitur Liber sententiarum inquisitionis Tholosanæ ab anno Christi 1307 ad annum 1323, Amsterdam, Hendrik Wetstein, 1692. Collocazione: 1. CC. I. 2
immagine di Philippus van Limborch, Historia inquisitionis (1692)
Philippus van Limborch, Historia inquisitionis (1692)
Philippus van Limborch, Historia inquisitionis. Cui subjungitur Liber sententiarum inquisitionis Tholosanæ ab anno Christi 1307 ad annum 1323, Amsterdam, Hendrik Wetstein, 1692. Collocazione: 1. CC. I. 2
immagine di Philippus van Limborch, Historia inquisitionis (1692)
Philippus van Limborch, Historia inquisitionis (1692)
Philippus van Limborch, Historia inquisitionis. Cui subjungitur Liber sententiarum inquisitionis Tholosanæ ab anno Christi 1307 ad annum 1323, Amsterdam, Hendrik Wetstein, 1692. Collocazione: 1. CC. I. 2
immagine di Philippus van Limborch, Historia inquisitionis (1692)
Philippus van Limborch, Historia inquisitionis (1692)
Philippus van Limborch, Historia inquisitionis. Cui subjungitur Liber sententiarum inquisitionis Tholosanæ ab anno Christi 1307 ad annum 1323, Amsterdam, Hendrik Wetstein, 1692. Collocazione: 1. CC. I. 2
immagine di Raimondo Lullo, Ars magna e Ars brevis
Raimondo Lullo, Ars magna e Ars brevis
Ne Il fantasma di Eymerich, uno degli ispiratori della setta che celebra i propri riti nelle viscere sotterranee di Roma è Raimondo Lullo (Ramon Lull), teologo, filosofo, alchimista e mistico. Eymerich ha ottenuto la condanna delle teorie di Lullo da Gregorio XI nel romanzo precedente, Eymerich risorge, ma le disposizioni papali non vengono ancora applicate, tanto che copie dei libri di Lullo circolano ancora nelle biblioteche dei conventi romani. In particolare l'Ars brevis, in cui compaiono quattro figure, due delle quali sono particolarmente importanti nel risolvere il mistero della setta segreta e che Evangelisti fa riprodurre all'inizio del proprio romanzo. Queste quattro figure compaiono anche nell'Ars magna, la principale opera di Lullo. Abbiamo scelto di proporre, perché meglio conservate, in questa e nelle immagini successive, le quattro figure tratte da un'edizione dell'Ars magna del 1517, conservata nella Biblioteca dell'Archiginnasio.   Ramón Lull, Ars magna generalis et vltima quarumcunque artium & scientiarum ipsius Lulli assecutrix et clauigera, [Lione], Simon Vincent, 1517. Collocazione: 9. NN. II. 05   Per chi volesse consultare una edizione antica dell'Ars brevis, presso la Biblioteca dell'Archiginnasio la si trova in un volume che raccoglie diverse opere di Lullo: Ramón Lull, Opera ea quae ad adinuentam ab ipso artem vniuersalem, scientiarum artiumque omnium breui compendio, firmaque memoria appræhendendarum, locupletissimaque vel oratione ex tempore pertractandarum, pertinent, Strasburgo, Lazarus Zetzner, 1598. Collocazione: 9. NN. V. 11   È possibile leggere alcune pagine del Directorium inquisitorum (tratte dall'edizione del 1585 precedentemente citata) in cui Eymerich condanna le teorie di Lullo.
immagine di Raimondo Lullo, Ars magna e Ars brevis
Raimondo Lullo, Ars magna e Ars brevis
Ramón Lull, Ars magna generalis et vltima quarumcunque artium & scientiarum ipsius Lulli assecutrix et clauigera, [Lione], Simon Vincent, 1517. Collocazione: 9. NN. II. 05
immagine di Raimondo Lullo, Ars magna e Ars brevis
Raimondo Lullo, Ars magna e Ars brevis
Ramón Lull, Ars magna generalis et vltima quarumcunque artium & scientiarum ipsius Lulli assecutrix et clauigera, [Lione], Simon Vincent, 1517. Collocazione: 9. NN. II. 05
immagine di Lo Scisma d'Occidente
Lo Scisma d'Occidente
Utilizziamo questa bella pianta del Conclave - di molto successiva ai fatti raccontati ne Il fantasma di Eymerich, ma sappiamo che il tempo per Eymerich è un concetto molto relativo - per introdurre uno dei temi fondamentali del romanzo, quel filone "politico" che sempre percorre i libri del Ciclo. In questo caso l'attenzione si incentra sulla "politica interna" della Chiesa Cattolica, nel momento in cui muore Gregorio XI - che ha da poco riportato a Roma la sede papale dopo i decenni in cui era stata trasferita ad Avignone - e deve essere decretato il suo successore. L'elezione di Urbano VI da subito viene contestata e si arriva presto all'elezione di un antipapa, Clemente VII, e a quello che viene definito lo Scisma d'Occidente. Nella bibliografia che pospone a Il fantasma di Eymerich, Evangelisti cita una relazione di Eymerich su quei fatti riportata nel primo volume di Le grand schisme d'Occident di Louis Gayet (1889), opera in cui sono trascritti documenti conservati presso gli archivi segreti del Vaticano. Leggere questa relazione è davvero curioso e interessante, perchè vi si ritrovano molti fatti e molte annotazioni che ricordano quanto Evangelisti racconterà nel romanzo.   Robert van Audenaerd, Nuova et esatta pianta del conclave con le fvnzioni e cerimonie per l'elettione del nuovo pontefice fatto nella sede vacante di Papa Innocentio XI che sede anni XII mesi X giorni XXIII di agosto MDCLXXXIX, Roma, Giovanni Giacomo De Rossi, [1655]. Collocazione: GDS, Cart. G1, n. 19    
immagine di Raimondo Lullo, Ars magna e Ars brevis
Raimondo Lullo, Ars magna e Ars brevis
I cerchi che compongono questa quarta figura sono "volvelle", cioè dischi di carta fissati da un perno centrale che possono essere ruotati.   Ramón Lull, Ars magna generalis et vltima quarumcunque artium & scientiarum ipsius Lulli assecutrix et clauigera, [Lione], Simon Vincent, 1517. Collocazione: 9. NN. II. 05
immagine di Caterina da Siena
Caterina da Siena
La considerazione di Eymerich per le donne non è certamente positiva. Ne Il fantasma di Eymerich il rapporto con Caterina di Svezia è ambivalente, sospeso tra l'attrazione e la repulsione. Decisamente più chiara la posizione dell'inquisitore nei confronti di Caterina da Siena. Eymerich la disprezza, sia per le idee religiose di pauperismo che la futura santa predica, sia per la sporcizia del suo corpo, non lavato da anni perché Caterina considera indecente esporre le nudità, anche se nessuno osserva. Santa Caterina rappresenta un caso, non frequente ma neanche isolato, di donna che pur non potendo assumere ufficialmente un ruolo di predicatrice veniva ascoltata in quanto le sue parole erano considerate dettate da Dio. Si veda per ulteriori informazioni la sezione La parola alle donne della mostra Una voce nella città. Predicatori e società Da Domenico alla Riforma, tenutasi presso la Biblioteca dell'Archiginnasio fra il 2021 e il 2022 e oggi disponibile online. Nell'immagine a sinistra Caterina è ritratta con gli attributi che le sono propri, mentre in quella a destra detta a tre segretari le parole ispiratele da Dio.   A sinistra: Caterina da Siena, Dialogo de la seraphica uergine sancta Catharina da Siena el qual profondissimamente tracta de la divina providentia, de quasi tuti li peccati mortali & de molte altre stupende, & maravigliose cose, como in el suo repertorio lucidamente appar. Insieme con la sua vita, & canonizatione, & alcuni notabeli capitoli composti in sua gloria, & laude, Venezia, Cesare Arrivabene, 1517.Collocazione: 10.ZZ.V.63   A destra: Caterina da Siena, Libro della divina dottrina, Venezia, Matteo Codecà, Lucantonio Giunta il vecchio, 1494. Collocazione: 16.K.VI.33
immagine di Carlo Havas, La storia della inquisizione
Carlo Havas, La storia della inquisizione
Nel 2010 Evangelisti scrive l'introduzione a una nuova edizione della Storia dell'inquisizione dello storico spagnolo Carlo Havas, pubblicata dalla casa editrice Odoya. Quest'opera era uscita in Italia per la prima volta nel 1932 per l'editore milanese Schor e, dice Evangelisti nella sua introduzione, «non è molto nota». La si può considerare «un testo divulgativo ma diligente, considerate le fonti e le ricerche disponibili a quel tempo». Evangelisti sottolinea anche che quell'edizione degli anni Trenta, per volontà dell'editore e non dell'autore, è arricchita da «un singolare corredo illustrativo: stampe con scene di tortura alternate ad altre raffiguranti fanciulle con pochi veli e in pose allegoriche. Violenza e sesso, per quanto in forma non estrema» (p. 7). Incuriositi, siamo andati a ripescare alcune di quelle immagini - che non sono state riproposte nell'edizione Odoya, comunque riccamente illustrata - che vi presentiamo di seguito.   Carlo Havas, La storia della inquisizione, Milano, Schor, 1932. Collocazione: 1. G. I. 27   Carlo Havas, Storia della inquisizione, Bologna, Odoya, 2010. Collocazione: ARPE-BO B. 3293
immagine di Carlo Havas, La storia della inquisizione (1932)
Carlo Havas, La storia della inquisizione (1932)
Carlo Havas, La storia della inquisizione, Milano, Schor, 1932. Collocazione: 1. G. I. 27
immagine di Carlo Havas, La storia della inquisizione (1932)
Carlo Havas, La storia della inquisizione (1932)
Carlo Havas, La storia della inquisizione, Milano, Schor, 1932. Collocazione: 1. G. I. 27
immagine di Carlo Havas, La storia della inquisizione (1932)
Carlo Havas, La storia della inquisizione (1932)
Carlo Havas, La storia della inquisizione, Milano, Schor, 1932. Collocazione: 1. G. I. 27
immagine di Juan Antonio Llorente e Henry-Charles Lea
Juan Antonio Llorente e Henry-Charles Lea
Ancora nell'introduzione alla Storia dell'inquisizione di Havas, significativamente intitolata Leggenda nera e leggenda aurea, Evangelisti propone una pur breve analisi del contrasto fra due maniere opposte con cui la storiografia ha "raccontato" l'Inquisizione. Da una parte storici che rilevano la crudeltà e la violenza del Tribunale dell'Inquisizione, dall'altra «saggi di tipo "revisionista" [che] oscillano tra la riabilitazione e l'apologia dichiarata del Sant'Uffizio» (p. 7). Basta avere letto i romanzi di Eymerich per capire che Evangelisti "parteggia" per il primo polo di questa controversia storiografica, rappresentato anche dalle opere di Llorente (in sei volumi) e Lea, che segue, correggendole con nuove ricerche e documentazioni, la linea storiografica già proposta dallo stesso Llorente. Evangelisti difende in particolare il lavoro dell'americano Henry-Charles Lea dalle accuse ricevute in anni recenti e che tendono a screditare un lavoro in realtà documentato e convincente. Qui proponiamo una traduzione francese in tre volumi di uno dei suoi principali lavori, la History of the Inquisition in the Middle-Age. L'opera di Llorente, decisamente più datata, è corredata da alcune illustrazioni che proponiamo nelle immagini successive.   Juan Antonio Llorente, Storia critica della Inquisizione di Spagna scritta dal sig. d. Gio. Ant. Llorente ... compendiata in lingua italiana dal sig. Stefano Ticozzi, 6 voll., Milano, Tipografia di Commercio, 1820. Collocazione: 1. BB. III. 26-31   Henry-Charles Lea, Histoire de l'Inquisition au Moyen-Age, 3 voll., Paris, Alcide Picard, [1902]. Collocazione: VENTURINI A. 1865 / 1-3    
immagine di Juan Antonio Llorente, Storia critica della Inquisizione di Spagna (1820)
Juan Antonio Llorente, Storia critica della Inquisizione di Spagna (1820)
Juan Antonio Llorente, Storia critica della Inquisizione di Spagna scritta dal sig. d. Gio. Ant. Llorente ... compendiata in lingua italiana dal sig. Stefano Ticozzi, 6 voll., Milano, Tipografia di Commercio, 1820. Collocazione: 1. BB. III. 26-31
immagine di Juan Antonio Llorente, Storia critica della Inquisizione di Spagna (1820)
Juan Antonio Llorente, Storia critica della Inquisizione di Spagna (1820)
Juan Antonio Llorente, Storia critica della Inquisizione di Spagna scritta dal sig. d. Gio. Ant. Llorente ... compendiata in lingua italiana dal sig. Stefano Ticozzi, 6 voll., Milano, Tipografia di Commercio, 1820. Collocazione: 1. BB. III. 26-31
immagine di Juan Antonio Llorente, Storia critica della Inquisizione di Spagna (1820)
Juan Antonio Llorente, Storia critica della Inquisizione di Spagna (1820)
Juan Antonio Llorente, Storia critica della Inquisizione di Spagna scritta dal sig. d. Gio. Ant. Llorente ... compendiata in lingua italiana dal sig. Stefano Ticozzi, 6 voll., Milano, Tipografia di Commercio, 1820. Collocazione: 1. BB. III. 26-31
immagine di Giuseppe Pitrè, Del Sant'Uffizio a Palermo e di un carcere di esso (1940)
Giuseppe Pitrè, Del Sant'Uffizio a Palermo e di un carcere di esso (1940)
Nel 1906 lo storico delle tradizioni popolari siciliano Giuseppe Pitrè condusse per sei mesi una ricerca nelle carceri del trecentesco palazzo Chiaramonte (detto lo Steri) a Palermo, che per tre secoli, a partire del 1605, aveva ospitato il Tribunale del Sant’Ufficio. Pitrè trascrisse e in parte fotografò i graffiti e i disegni incisi sulle pareti delle celle dai prigionieri dell’Inquisizione, tramandando un patrimonio sotrico importantissimo. Il lavoro venne pubblicato solamente postumo, nel 1940, col titolo Del Sant'Uffizio a Palermo e di un carcere di esso. Gran parte delle fotografie, da cui il Pitrè aveva tratto alcuni disegni presenti nel volume, erano andate perdute. Alcune di quelle salvate furono pubblicate in appendice al volume stesso (si veda l’immagine successiva). Settant’anni dopo, temendo che i lavori di ristrutturazione del palazzo Chiaramente potessero definitivamente cancellare quelle testimonianze, Leonardo Sciascia fece rifotografare le pareti delle celle centimentro per centimetro. Aggiunse anche la documentazione relativa ad alcuni piccoli ambienti sfuggiti al Pitrè. Nel 1977 venne ripubblicato da Sellerio il lavoro del Pitrè con le fotografie e un testo di Sciascia, col titolo Graffiti e disegni dei prigionieri dell'Inquisizione. Nel 1999 ancora Sellerio propose una nuova edizione dell‘opera, di cui vediamo la copertina a destra, con l’aggiunta di nuovi documenti. In particolare l’edizione del 1999 riporta anche l’articolo del «Giornale di Sicilia» del 25-26 giugno 1906 in cui si dava notizia della scoperta e ricerca compiuta da Giuseppe Pitrè e un saggio di Giuseppe Di Vita in cui vengono analizzati i disegni di due mappe della Sicilia rinvenute nelle carceri.   A sinistra: Giuseppe Pitrè, Del Sant'Uffizio a Palermo e di un carcere di esso, Roma, Soc. editrice del libro italiano, stampa 1940. Collocazione: 3. b. I. 29   A destra: Giuseppe Pitrè - Leonardo Sciascia, Urla senza suono. Graffiti e disegni dei prigionieri dell'Inquisizione, con una nota di Giuseppe Quatriglio, Palermo, Sellerio, [1999]. Collocazione: 20. H. 3178
immagine di Giuseppe Pitrè, Del Sant'Uffizio a Palermo e di un carcere di esso (1940)
Giuseppe Pitrè, Del Sant'Uffizio a Palermo e di un carcere di esso (1940)
Due delle fotografie (qui visibili a una migliore definizione) fatte scattare da Giuseppe Pitrè, fra le poche che si salvarono e che furono pubblicate. Si tratta di disegni presenti sulle pareti della prima delle celle analizzate dallo studioso siciliano.   Giuseppe Pitrè, Del Sant'Uffizio a Palermo e di un carcere di esso, Roma, Soc. editrice del libro italiano, stampa 1940. Collocazione: 3. b. I. 29
immagine di Malpertuis
Malpertuis
Qualche parola anche su uno degli altri livelli temporali presenti in gran parte dei testi dedicati a Eymerich, quello del futuro "prossimo" di cui è protagonista il dottor Marcus Frullifer. Arrivati alla fine del Ciclo, ne Il fantasma di Eymerich i lettori assistono alla costruzione dell'astronave psitronica Malpertuis, che avevano visto invece "in azione" già nel primo romanzo del ciclo, Nicolas Eymerich, inquisitore. In particolare nel capitolo 25 del Fantasma, intitolato La stoffa dell'universo (4), l'autore ci spiega da dove nasce il nome dell'astronave. La fonte di ispirazione, coerentemente con la poetica di Evangelisti, è narrativa e paraletteraria, cioè il "romanzo dell'orrore" Malpertuis di Jean Ray (1943), filtrato dalla visione dell'omonimo film del 1971 diretto da Harry Kümel e in cui compare, come nota Frullifer guardandolo sul divano in compagnia della compagna Ally Ray, Orson Welles. La storia, che vale la pena riscoprire nella sua versione cinematografica e, ancora di più, in quella letteraria, racconta degli strani abitanti di una ancor più strana casa "infestata", la Malpertuis del titolo. La scelta di Frullifer non sembra dettata da particolari somiglianze fra la situazione raccontata nel film e quello che si attende accadrà durante i viaggi della sua "creatura". Ma la scelta si rivelerà decisamente azzeccata...   A sinistra: Jean Ray, Malpertuis, Milano, Sugar, 1966. Collocazione presso la Biblioteca Oriano Tassinari Clò: DP B 194   A destra: Malpertuis, regia di Harry Kümel, Francia, 1972.
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Luther Blissett, Q: il libro e una mostra
Per ognuno degli incontri del gruppo di lettura abbiamo deciso di suggerire una lettura aggiuntiva, in modo da potere approfondire alcuni argomenti, o fornire una possibilità alternativa a chi abbia già letto il testo di Evangelisti protagonista di quell'incontro o, al contrario, non abbia voglia di farlo. La lettura proposta in parallelo a Il fantasma di Eymerich è Q di Luther Blissett (1999) che nella terza parte - dedicata a un libello eretico di metà '500, Il Beneficio di Cristo - mette in scena l'Inquisizione, la censura libraria e la caccia all'eresia, con tratti consonanti con il Ciclo di Eymerich. Ma tutto il romanzo affronta uno dei temi fondamentali non solo nei romanzi dedicati all'inquisitore, ma in tutta l'opera di Valerio Evangelisti, compresi i suoi lavori di storico: la lotta fra chi esercita il potere - religioso, politico, economico o culturale che sia - in maniera violenta, autoritaria e opportunistica, e chi quel potere lo subisce ma continua a ribellarsi nonostante le ripetute sconfitte. Nel 2019, in occasione del ventennale dell'uscita di Q e in collaborazione con il collettivo Wu Ming che di Luther Blissett è "l'erede", presso la Biblioteca dell'Archiginnasio si è tenuta una mostra dedicata al romanzo, dal titolo Come un incendio d'estate secca e ventosa. Vent'anni di Q, un libro rivoluzionario tra storia della stampa e Riforma. In esposizione libri, illustrazioni, documenti che venivano citati o evocati nel romanzo e che erano conservati in biblioteca. La mostra è oggi visitabile nella sua versione online. Fra le molte cose presenti nelle pagine della mostra, segnaliamo il video integrale dell'incontro di inaugurazione tenutosi il 4 giugno 2019 nella Sala dello Stabat Mater, con la presenza di Wu Ming e di due dei più importanti storici mondiali, Carlo Ginzburg e Adriano Prosperi, che al Beneficio di Cristo avevano dedicato un volume fondamentale, Giochi di Pazienza. Un seminario sul Beneficio di Cristo (Einaudi, 1975), che aveva fornito la traccia storico-narrativa per la terza parte di Q.   A sinistra: Locandina della mostra Come un incendio d'estate secca e ventosa. Vent'anni di Q, un libro rivoluzionario tra storia della stampa e Riforma, Biblioteca dell'Archiginnasio di Bologna, 4 giugno-3 novembre 2019. È disponibile gratuitamente online il catalogo della mostra.   A destra: Luther Blissett, Q, nuova ed., Torino, Einaudi, 2000. Collocazione: 20. G. 1713
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