
Album "La Bustina di Minerva"
In questa gallery raccogliamo documenti che illustrano la genesi e la vita editoriale della raccolta di articoli La Bustina di Minerva di Umberto Eco (Bompiani, 2000), che fanno riferimento ai temi trattati nell’opera o hanno fornito uno spunto per uno dei testi contenuti nel volume. Questo è il resoconto di un’esperienza di lettura e di ricerca nel patrimonio della nostra biblioteca (con alcune escursioni su altre raccolte documentarie). Non c’è quindi nessuna pretesa di una presentazione esaustiva dei molti argomenti e materiali che la varietà caleidoscopica degli articoli potrebbe suggerire. La scelta di quali percorsi esplorare o ignorare si è basata su motivazioni anche episodiche e dettate dall’interesse dei lettori e dalle discussioni che il gruppo di lettura ha sostenuto negli incontri precedenti. Più ancora che per le galleries precedenti anzi, in questo caso la natura frammentaria del testo ha suggerito una metodologia di ricerca spesso guidata dal caso e dalla serendipità, che restituisce un lavoro frammentario e composito, che speriamo possa rendere conto della struttura testuale e concettuale dell’opera da cui siamo partiti.
Delle citazioni non forniremo la pagina precisa ma il titolo dell’articolo da cui sono tratte. Questo rende più semplice identificare la citazione nelle diverse edizioni pubblicate della Bustina e la brevità degli articoli stessi (poco più di due pagine per la gran parte dei testi) rende molto semplice rintracciarvi il passo citato.
I documenti utilizzati sono quasi totalmente conservati e consultabili presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna. Salvo dove diversamente specificato la collocazione indicata è quindi relativa a questa biblioteca.

Ricordate il librogame?
L’ipertesto è la grande novità tecnologica degli anni Novanta in tema di scrittura di un testo, perché offre diverse possibilità di creare diramazioni che superino la linearità della semplice scrittura su carta. Permette quindi a ognuno di crearsi il proprio percorso di lettura e quindi una propria storia. Oppure si potrebbe «incominiciare un nuovo Guerra e pace e farlo continuare da altri...» (Storie già fatte e storie da fare, 1995).
Questa nuova modalità di comporre testi, dice Eco in Non preoccupatevi per l’ipertesto (1993), diventa anche il più grande spauracchio per gli scrittori “tradizionali” di romanzi (se avvertite l’eco degli odierni timori per la crescita dell’uso dell’Intelligenza Artificiale siete nel giusto, la discussione di oggi ricalca quella che avveniva allora). Potrà ancora essere interessante per un lettore un semplice e lineare romanzo? Eco rassicura gli amici scrittori: sì, continuerà ad esserlo. Perché il lettore non vorrà mai perdere la tensione che si gusta durante la lettura di un romanzo, quando tutte le possibilità sono aperte e il destino dei personaggi è nelle mani dell’autore.
«...durante la lettura sei nel pieno dell’inchiesta e il copevole è l’autore. E tu vuoi che la gente paghi per decidere se Renzo sposerà Lucia. Magari una volta, per gioco, come si va al tirasegno o al Tre Palle un Soldo. Ma leggere storie è un’altra storia».
Infatti un libro in cui si può decidere che piega deve prendere la storia finirà per essere chiamato librogame, che è anche il titolo della collana a cui appartiene questo volume, scelto a caso fra i molti che sono usciti durante il breve periodo in cui ebbero successo, soprattutto in fascia pre-adolescenziale, fra fine degli anni Ottanta e inizio dei Novanta. Libri in cui, come ripete due volte la quarta di copertina, «La protagonista sei tu». E puoi scegliere a ogni pagina cosa fare o non fare. Che per un po’ è una cosa divertente ma alla lunga, come ci ha detto Eco, è meglio essere semplicemente la lettrice.
Pat Hewitt, Trance, illustrato da Gareth Jones, Trieste, E. Elle, 1987.