
Album "La Bustina di Minerva"
In questa gallery raccogliamo documenti che illustrano la genesi e la vita editoriale della raccolta di articoli La Bustina di Minerva di Umberto Eco (Bompiani, 2000), che fanno riferimento ai temi trattati nell’opera o hanno fornito uno spunto per uno dei testi contenuti nel volume. Questo è il resoconto di un’esperienza di lettura e di ricerca nel patrimonio della nostra biblioteca (con alcune escursioni su altre raccolte documentarie). Non c’è quindi nessuna pretesa di una presentazione esaustiva dei molti argomenti e materiali che la varietà caleidoscopica degli articoli potrebbe suggerire. La scelta di quali percorsi esplorare o ignorare si è basata su motivazioni anche episodiche e dettate dall’interesse dei lettori e dalle discussioni che il gruppo di lettura ha sostenuto negli incontri precedenti. Più ancora che per le galleries precedenti anzi, in questo caso la natura frammentaria del testo ha suggerito una metodologia di ricerca spesso guidata dal caso e dalla serendipità, che restituisce un lavoro frammentario e composito, che speriamo possa rendere conto della struttura testuale e concettuale dell’opera da cui siamo partiti.
Delle citazioni non forniremo la pagina precisa ma il titolo dell’articolo da cui sono tratte. Questo rende più semplice identificare la citazione nelle diverse edizioni pubblicate della Bustina e la brevità degli articoli stessi (poco più di due pagine per la gran parte dei testi) rende molto semplice rintracciarvi il passo citato.
I documenti utilizzati sono quasi totalmente conservati e consultabili presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna. Salvo dove diversamente specificato la collocazione indicata è quindi relativa a questa biblioteca.

«la Repubblica», 14 gennaio 1976 - Prima pagina
In Ultimissime dell’ultimissima ora, Bustina di inizio 1996, Eco finge di confondere il numero di «la Repubblica» del 14 gennaio 1996 con quello del 14 gennaio 1976, cioè il primo uscito nelle edicole. Si accorge dell’errore quando, arrivato alla pagina dei programmi TV, nota che esistono solamente il primo e secondo canale RAI.
Il gioco - che nasce dal fatto che il facsimile di quel primo fascicolo era stato allegato a quello uscito esattamente 20 anni dopo, per celebrare la ricorrenza - serve a dire che in due decenni «in questo paese sembra che siano cambiate tante cose ma sostanzialmente ripetiamo sempre la stessa sceneggiatura». L’unica differenza è che «i canali TV sono passati da due ad alcune decine».
Il cinquantenario della nascita del quotidiano dista ormai pochi mesi, e anche per questo viene la curiosità di andare a riprendere i due fascicoli su cui Eco gioca. Non vale la pena farne un’analisi approfondita per verificarne la somiglianza, perché quella contenuta nella Bustina è chiaramente un’affermazione paradossale e iperbolica che vuole dire altro, ma uno sguardo alla prima pagina del 14 gennaio 1976 colpisce per la sua sobrietà. Il giornale esce per la prima volta nelle edicole e non vi si trova, in prima pagina, nessuna dichiarazione d’intenti, nessun proclama, neanche un accenno al fatto che quello sia, appunto, il primo numero di un’avventura che si pensa possa raggiungere traguardi ambiziosi. Si danno le notizie, semplicemente. Naturalmente la ricerca andrebbe approfondita, si dovrebbe cercare di capire come quell’inizio era stato annunciato, quale era il clima sociale e comunicativo in cui si inseriva e le modalità con cui vi si voleva inserire. Ma la sola visione di questa prima pagina la colloca davvero in un mondo informativo totalmente diverso da quello odierno.
«la Repubblica», I, 14 gennaio 1976.