
Album "La Bustina di Minerva"
In questa gallery raccogliamo documenti che illustrano la genesi e la vita editoriale della raccolta di articoli La Bustina di Minerva di Umberto Eco (Bompiani, 2000), che fanno riferimento ai temi trattati nell’opera o hanno fornito uno spunto per uno dei testi contenuti nel volume. Questo è il resoconto di un’esperienza di lettura e di ricerca nel patrimonio della nostra biblioteca (con alcune escursioni su altre raccolte documentarie). Non c’è quindi nessuna pretesa di una presentazione esaustiva dei molti argomenti e materiali che la varietà caleidoscopica degli articoli potrebbe suggerire. La scelta di quali percorsi esplorare o ignorare si è basata su motivazioni anche episodiche e dettate dall’interesse dei lettori e dalle discussioni che il gruppo di lettura ha sostenuto negli incontri precedenti. Più ancora che per le galleries precedenti anzi, in questo caso la natura frammentaria del testo ha suggerito una metodologia di ricerca spesso guidata dal caso e dalla serendipità, che restituisce un lavoro frammentario e composito, che speriamo possa rendere conto della struttura testuale e concettuale dell’opera da cui siamo partiti.
Delle citazioni non forniremo la pagina precisa ma il titolo dell’articolo da cui sono tratte. Questo rende più semplice identificare la citazione nelle diverse edizioni pubblicate della Bustina e la brevità degli articoli stessi (poco più di due pagine per la gran parte dei testi) rende molto semplice rintracciarvi il passo citato.
I documenti utilizzati sono quasi totalmente conservati e consultabili presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna. Salvo dove diversamente specificato la collocazione indicata è quindi relativa a questa biblioteca.

Claudio Rutilio Numaziano, Itinerarium (1582)
Si può parlare del razzismo leghista degli anni Novanta del XX secolo attraverso l’opera di un poeta gallo-romano del IV-V secolo d.C.? Eco, sulla scorta di un intervento dello storico ebreo Zvi Yavetz, lo fa in Bossi non è un gallo come me (1996).
Il poeta è Claudio Rutilio Namaziano e, pur se normalmente di natura tollerante e mite, in un brano dell’opera in cui racconta il suo viaggio di ritorno da Roma alle Gallie si scaglia contro un oste ebreo, che lo ha maltratto e truffato, dicendo cose per le quali «il rabbino Toaff pianterebbe un casino che non finisce più, e con qualche ragione». Sono passati secoli ma «in un’epoca in cui si celebra il multiculturalismo (talora anche sin troppo), Bossi ci riporta molto più indietro di Rutilio Namaziano (che almeno, caro Bossi, era un gallo civilissimo come me e non un longobardo irsuto come te)».
Claudio Rutilio Namaziano, Itinerarium, Roma, Vincenzo Accolti, 1582.