
Album "Il pendolo di Foucault"
In questa gallery raccogliamo documenti che illustrano la genesi e la vita editoriale del secondo romanzo di Umberto Eco, Il pendolo di Foucault (Bompiani, 1988), che fanno riferimento ai temi trattati nell’opera o hanno fornito una base informativa per l’autore.
Questa non vuole essere un’analisi scientifica ed esaustiva di fonti e documenti utilizzati dall’autore né tantomeno un’interpretazione critica.
Quello che qui proponiamo è il resoconto di un’esperienza di lettura e di ricerca nel patrimonio della nostra biblioteca (con alcune escursioni su altre raccolte documentarie). Non c’è quindi nessuna pretesa di una presentazione esaustiva dei molti argomenti e dei molti materiali che il romanzo potrebbe suggerire, ma la volontà di compiere una scelta sulla base di motivazioni anche episodiche e dettate dall’interesse dei lettori e dalle discussioni che il gruppo di lettura ha sostenuto negli incontri precedenti.
Consci di non incarnare il Lettore Modello presupposto dal testo, del testo faremo un uso specifico piuttosto che darne un’interpretazione, secondo la distinzione posta dallo stesso autore in Lector in fabula (paragrafo 3.4, Uso e interpretazione, p. 59-60).
L’indicazione delle pagine del romanzo citate si riferisce alla prima edizione, pubblicata nel 1988 dall’editore Bompiani. De Il pendolo di Foucault sono comunque sempre indicati anche i capitoli da cui sono tratte le citazioni, per facilitarne l’individuazione in altre edizioni.
I documenti utilizzati sono quasi totalmente conservati e consultabili presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna. Salvo dove diversamente specificato la collocazione indicata è quindi relativa a questa biblioteca.

Wu Ming 1, La Q di Qomplotto (2021)
Il collettivo Wu Ming si è trovato spesso ad incrociare la strada di Umberto Eco, a partire da quando del loro primo romanzo Q si diceva che fosse stato scritto dal professore di Alessandria nascosto dallo pseudonimo Luther Blissett (nome utilizzato dal collettivo fino al 1999).
L’incontro più significativo è sicuramente quello letterario che si verifica in La Q di Qomplotto di Wu Ming 1, testo dedicato ad analizzare come nascono, si sviluppano e crescono le fantasie di complotto. Il pendolo di Foucault è uno dei testi di riferimento per mostrare come quella che è, appunto, una fantasia - inventata con le più varie finalità - può diventare realtà e avere un impatto ben concreto e importante sulla vita delle persone e della società.
L’autore però non si limita a citare il Pendolo, ma ne prende a prestito i personaggi e un’ambientazione, il bar Pilade. È lì che si svolge tutta la seconda parte del testo di Wu Ming e che, in una dimensione onirica, l’autore (che è lui stesso personaggio) incontra i protagonisti del romanzo di Eco e gli racconta come le fantasie di complotto siano sempre esistite nel corso dei secoli, spesso con una continuità tematica sorprendente. Una situazione che ricorda i capitoli in cui Casaubon, proprio all’interno del bar Pilade, racconta a Belbo e Casaubon la storia dei Templari.
Wu Ming 1 si appropria così a fondo della vita dei personaggi del Pendolo che aggiunge alla discussione anche Valentina Belbo, cugina di Jacopo, della quale non si trova traccia nel romanzo.
Quanto questi personaggi siano importanti per la costruzione del ragionamento di La Q di Qomplotto lo si evince anche da quello che è l’indice dei nomi del testo, non presente nel libro ma pubblicato successivamente nel piccolo opuscolo L'elenco telefonico della Q di Qomplotto.
Wu Ming 1, La Q di Qomplotto. QAnon e dintorni. Come le fantasie di complotto difendono il sistema, Roma, Alegre, 2021.