
Album "Il pendolo di Foucault"
In questa gallery raccogliamo documenti che illustrano la genesi e la vita editoriale del secondo romanzo di Umberto Eco, Il pendolo di Foucault (Bompiani, 1988), che fanno riferimento ai temi trattati nell’opera o hanno fornito una base informativa per l’autore.
Questa non vuole essere un’analisi scientifica ed esaustiva di fonti e documenti utilizzati dall’autore né tantomeno un’interpretazione critica.
Quello che qui proponiamo è il resoconto di un’esperienza di lettura e di ricerca nel patrimonio della nostra biblioteca (con alcune escursioni su altre raccolte documentarie). Non c’è quindi nessuna pretesa di una presentazione esaustiva dei molti argomenti e dei molti materiali che il romanzo potrebbe suggerire, ma la volontà di compiere una scelta sulla base di motivazioni anche episodiche e dettate dall’interesse dei lettori e dalle discussioni che il gruppo di lettura ha sostenuto negli incontri precedenti.
Consci di non incarnare il Lettore Modello presupposto dal testo, del testo faremo un uso specifico piuttosto che darne un’interpretazione, secondo la distinzione posta dallo stesso autore in Lector in fabula (paragrafo 3.4, Uso e interpretazione, p. 59-60).
L’indicazione delle pagine del romanzo citate si riferisce alla prima edizione, pubblicata nel 1988 dall’editore Bompiani. De Il pendolo di Foucault sono comunque sempre indicati anche i capitoli da cui sono tratte le citazioni, per facilitarne l’individuazione in altre edizioni.
I documenti utilizzati sono quasi totalmente conservati e consultabili presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna. Salvo dove diversamente specificato la collocazione indicata è quindi relativa a questa biblioteca.

Christiaan Huygens, Horologium oscillatorium (1673)
Come ogni esperimento scientifico, anche quello del pendolo di Foucault fece tesoro di molti studi e tentativi precedenti. Dal punto di vista degli studi relativi al moto terrestre, un riassunto dei diversi passi compiuti e degli ostacoli che la scienza ha dovuto superare per raggiungere la verità si trova nel secondo capitolo del già citato Pendulum di Amir D. Aczel (p. 16-28).
Per la realizzazione dell’esperimento però, Foucault e Froment dovevano naturalmente conoscere anche il funzionamento del pendolo per trovare il modo migliore di rendere il suo moto naturale. Quest’opera è molto importante per stabilire una connessione fra il moto del pendolo e la rotazione terrestre:
«Coincidenza non casuale, l'uomo dei Rosa-Croce, Salomon de Caus, scrive per Richelieu un trattato sugli orologi solari. Dopo, da Galileo in avanti è una ricerca forsennata sui pendoli. Il pretesto è come usarli per determinare le longitudini, ma quando nel 1681 Huygens scopre che un pendolo, preciso a Parigi, ritarda in Caienna, capisce subito che questo dipende dalla variazione della forza centrifuga dovuta alla rotazione della Terra. E quando pubblica il suo Horologium, in cui sviluppa le intuizioni galileiane sul pendolo, chi lo chiama a Parigi? Colbert, lo stesso che chiama a Parigi Salomon de Caus per occuparsi del sottosuolo!» (cap. 84, p. 363).
Christiaan Huygens, Horologium oscillatorium, siue de motu pendulorum ad horologia aptato demonstrationes geometricæ, Paris, François Muguet, 1673.