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Scusi ... in che millennio siamo? 2001: odissea nella data

OTTOCENTO - NOVECENTO

Il passaggio tra XIX e XX secolo è più che mai caratterizzato da sentimenti di attesa e di speranza per l'avvento di una nuova era di prosperità. Nell'età definita, non a caso, come Belle-époque, il progresso tecnico e scientifico si concretizza in forme sempre più spettacolari, con invenzioni e realizzazioni in grado di alimentare speranze e aspettative: l'elettricità, il cinema, la costruzione della Tour Eiffel, sono solo alcuni esempi del grande fermento di fine Ottocento. 

La domanda su quale anno sia da considerarsi l'ultimo del secolo ha evidentemente una vasta eco: sede del dibattito non è più l'opuscolo, il pamphlet, rivolto ad una limitata cerchia di lettori, ma il quotidiano e la rivista. I quotidiani dell'epoca danno spazio sia agli errori commessi da contemporanei illustri, sia agli interventi esplicativi sul computo dei secoli. L’«Illustrazione italiana» ironizza sulla pretesa del sovrano tedesco Guglielmo II di dirimere d'autorità anche le questioni di aritmetica: sordo di fronte alle dimostrazioni matematiche, egli fa coniare una medaglia per festeggiare il 1 gennaio 1900 come inizio del nuovo secolo. 

Dello stesso dibattito si trova inoltre traccia su riviste, quali l’ «Almanacco italiano. Piccola enciclopedia popolare della vita pratica» e «Civiltà cattolica». Si tratta, in entrambi i casi, di ricostruzioni cronologiche con intento didascalico, supportate dai dovuti riferimenti alle fonti della cronologia cristiana: interessante la differenza individuata tra il calendario degli astronomi, comprensivo dello zero, e quello degli storici, che parte invece dall'anno 1 d. C. 

Il passaggio fra Ottocento e Novecento è accompagnato dal prepotente ingresso sulla scena politica e sociale del quarto stato. La cultura socialista impregnata, in Italia più che altrove, di positivismo e scientismo interpretava la storia come continuo progresso verso un futuro di giustizia sociale e di prosperità morale e materiale. Gli elementi di rottura rappre-sentati dal passaggio di secolo vengono esaltati: il Novecento nascente si offre come potente metafora dell'avvento di una nuova era.

Al fascino di questa metafora non si sottrae Andrea Costa che con il suo il suo testimonia lo stato d'animo ottimista con il quale il movimento socialista attendeva il Novecento. E Andrea Costa ha il merito di non sbagliare data: egli rivolge infatti il discorso ai suoi concittadini imolesi durante una manifestazione in piazza allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre 1900. L'epigrafe è ora affissa al palazzo comunale di Imola. 

31 DICEMBRE 1900: 1° GENNAIO 1901. È L’ALBA DEL SECOLO NÔVO. GETTATE FIORI A PIENE MANI, LAVORATORI PENSATORI UOMINI! SE IL SECOLO CHE MUORE VIDE LA UNITÀ E LA INDIPENDENZA DELLE PATRIE, IL SECOLO CHE NASCE NE VEDRÀ LA FEDERAZIONE. SE I CONATI DI EMANCIPAZIONE DELLE
CLASSI LAVORATRICI, DAL 1830 AL 1871, SPIETATAMENTE NEL SANGUE FURONO SOFFOCATI, LA PROSSIMA GENERAZIONE NE VEDRÀ IL TRIONFO. SE LA DONNA SOGGIACQUE ANCORA ALL’OBBROBRIO SECOLARE, SE IL FANCIULLO NON EBBE NE PANE NE EDUCAZIONE, SE IL VECCHIO NON TROVO TETTO E RIPOSO PROVVEDI O NÔVO SECOLO ALLA REDENZIONE DELLA DONNA ALLA PROTEZIONE DEL FANCIULLO ALLA TUTELA DEL VECCHIO. SE LA INTERNAZIONALE PARVE UTOPIA, CAMMINA O SECOLO E SARÀ REALTÀ! AVANTI O CITTADINI QUAND’ANCO I FIORI DOVESSERO AL SUOLO CADERE CALPESTI COME STRAME E L’OSANNA MUTARSI IN DE PROFUNDIS, AVANTI! LANCIAMO AL SECOLO CHE NON CI VIDE NASCERE MA CI VEDRÀ MORIRE IL NOSTRO CORE VIVO. E PENSANDO LAVORANDO COMBATTENDO AMANDO, FORTI DEL FATO STORICO CHE NE SOSPINGE, DALLA SCIENZA ILLUMINATI, DIAMO OH! DIAMO A TUTTI I FIGLI DELLI UOMINI LAVORO LIBERTÀ GIUSTIZIA PACE!