LA BIBLIOTECA PALAGI
La biblioteca Palagi fu acquisita dall'Archiginnasio nel 1861 in base al legato testamentario col quale l'artista destinò al Comune di Bologna l'archivio personale e il suo museo privato, composto da antichità egizie, greche, etrusche e romane e oggetti d'arte medievale e moderna, un medagliere, una raccolta di incisioni e di disegni suoi e di altri artisti.
Esaminando il catalogo manoscritto della biblioteca - datato 1847, ma puntualmente aggiornato fino alla morte - se ne possono individuare i filoni principali: opere letterarie, studi storici, scritti di viaggiatori del Settecento e dell'Ottocento, biografie, volumi di architettura, ma soprattutto libri di antichità e di archeologia, dagli autori importanti per la metodologia degli scavi e degli studi del settore antiquario (Johann Joachim Winckelmann, Ennio Quirino Visconti, Carlo Fea), all'archeologia re-interpretata nelle incisioni di Giovan Battista Piranesi e di Luigi Canina, fino a numerosissime monografie su rinvenimenti e scavi, oltre a cataloghi di monete e di musei.
Emergono chiaramente anche interessi bibliografici, certamente non superficiali: nel catalogo della biblioteca compaiono, infatti, repertori generali, testi relativi alle incisioni, cataloghi di biblioteche e di collezioni di stampe, evidentemente utilizzati come repertori specializzati, e infine, insieme a volumi relativi ai procedimenti tecnici di realizzazione dei manufatti tipografici, opere di paleografia e testi utili alla conoscenza e alla datazione dei manoscritti.