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Album "Il pendolo di Foucault"

In questa gallery raccogliamo documenti che illustrano la genesi e la vita editoriale del secondo romanzo di Umberto Eco, Il pendolo di Foucault (Bompiani, 1988), che fanno riferimento ai temi trattati nell’opera o hanno fornito una base informativa per l’autore. 

Questa non vuole essere un’analisi scientifica ed esaustiva di fonti e documenti utilizzati dall’autore né tantomeno un’interpretazione critica.

Quello che qui proponiamo è il resoconto di un’esperienza di lettura e di ricerca nel patrimonio della nostra biblioteca (con alcune escursioni su altre raccolte documentarie). Non c’è quindi nessuna pretesa di una presentazione esaustiva dei molti argomenti e dei molti materiali che il romanzo potrebbe suggerire, ma la volontà di compiere una scelta sulla base di motivazioni anche episodiche e dettate dall’interesse dei lettori e dalle discussioni che il gruppo di lettura ha sostenuto negli incontri precedenti.

Consci di non incarnare il Lettore Modello presupposto dal testo, del testo faremo un uso specifico piuttosto che darne un’interpretazione, secondo la distinzione posta dallo stesso autore in Lector in fabula (paragrafo 3.4, Uso e interpretazione, p. 59-60).

L’indicazione delle pagine del romanzo citate si riferisce alla prima edizione, pubblicata nel 1988 dall’editore Bompiani. De Il pendolo di Foucault sono comunque sempre indicati anche i capitoli da cui sono tratte le citazioni, per facilitarne l’individuazione in altre edizioni.

I documenti utilizzati sono quasi totalmente conservati e consultabili presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna. Salvo dove diversamente specificato la collocazione indicata è quindi relativa a questa biblioteca.

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Kalendarium Gregorianum perpetuum (1582)
Created on 14 jun 2025 — Updated on 17 jun 2025

Kalendarium Gregorianum perpetuum (1582)

Il presunto messaggio cifrato rinvenuto a Provins, nell’interpretazione esoterica proposta dal colonnello Ardenti e fatta propria del trio Belbo-Casaubon-Diotallevi, prevede sei appuntamenti programmati sempre la notte di san Giovanni a distanza di 120 anni l’uno dall’altro - a partire dal 1344 - in sei luoghi diversi. Il terzo appuntamento, in cui il gruppo di iniziati inglesi dovrebbe incontrare quello francese a Parigi, deve avvenire nella notte fra il 23 e il 24 giugno 1584. Ma un evento di portata storica lo fa fallire:

 

«“La riforma gregoriana del calendario! Ma è naturale. Nel 1582 entra in vigore la riforma gregoriana che corregge il calendario giuliano, e per ristabilire l'equilibrio abolisce dieci giorni del mese di ottobre, dal 5 al 14!”

“Ma l'appuntamento in Francia è per il 1584, la notte di San Giovanni, il 23 giugno,” disse Belbo.

“Infatti. Ma se ben ricordo, la riforma non è entrata subito in vigore dappertutto.” Consultai il Calendario Perpetuo che avevamo negli scaffali. “Ecco, la riforma viene promulgata nel 1582, e si aboliscono i giorni dal 5 al 14 ottobre, ma questo funziona solo per il papa. La Francia adotta la riforma nel 1583 e abolisce i giorni dal 10 al 19 dicembre. In Germania succede uno scisma e le regioni cattoliche adottano la riforma nel 1584, come in Boemia, mentre le regioni protestanti l'adottano nel 1775, capite, quasi duecento anni dopo, per non dire della Bulgaria – questo è un dato da tener presente – che l'adotta solo nel 1917. Vediamo ora l'Inghilterra... Passa alla riforma gregoriana nel 1752! Naturale, in odio ai papisti quegli anglicani resistono anche loro due secoli. E allora capite cosa è successo. La Francia abolisce dieci giorni a fine ‘83 e per il giugno 1584 tutti si sono abituati. Ma quando in Francia è il 23 giugno del 1584 in Inghilterra è ancora il 13 giugno e immaginatevi se un bravo inglese, per quanto templare, e specie in quei tempi in cui le informazioni andavano ancora a rilento, ha tenuto conto della faccenda [...]”» (cap. 73, p. 316-317).

 

La riforma gregoriana del calendario, che nel gioco dei redattori della Garamond rischia di mandare in frantumi il piano segreto dei Templari per la conquista del mondo, si chiama così perché voluta da papa Gregorio XIII, al secolo Ugo Boncompagni, docente di diritto presso lo Studium bolognese. Lo stesso che aveva fatto affrescare nel 1575 una delle più famose mappe della città nel Palazzo Apostolico Vaticano. Prima o poi ogni stato dovrà allineare il proprio calendario a quello della Chiesa Cattolica, unica vera istituzione che in quel tempo può vantare un potere e un’influenza tale da “imporre” questa riforma almeno a tutto il mondo occidentale.

Questo è il documento ufficiale con cui la riforma viene comunicata, naturalmente poi tradotto in lingue diverse dal latino proprio per la necessità di renderla il più universale possibile (qui i frontespizi delle versioni in italiano e in greco).

L’opuscolo, oltre che delle conseguenze che ha la cancellazione dei 10 giorni dell’ottobre 1582 sul calendario ecclesiastico, si occupa anche della problematica che nel Pendolo fa fallire l’appuntamento fra francesi e inglesi, cioè il fatto che gli stati vi si adegueranno in anni diversi (si veda, tratto dalla traduzione italiana, il paragrafo Quello che si debbe osservare se la correttione del calendario non sarà fatta l’anno MDLXXXII, c. 11r-12r).

 

Chiesa Cattolica, Kalendarium Gregorianum perpetuum, a cura di Antonio Lilio, Venezia, eredi di Melchiorre Sessa <1.>, 1582.

Collocazione: 11. T. V. 18 op. 1

 

Chiesa Cattolica, Il Calendario Gregoriano perpetuo. Con priuilegio del sommo pontefice, del Senato veneto, e d'altri prencipi, tradotto dal latino nell'italiano idioma dal reuerendo M. Bartholomeo Dionigi da Fano, Venezia, Giovanni Battista Sessa <2.> & fratelli, 1582.

Collocazione: 11. T. V. 18 op. 2

 

Chiesa Cattolica, Kalendarion Grēgorianon aidion o nyn prostagmati tou agiōtatou, kai makariōtatou Grēgoriou triskaidekatou ... ek tēs Latinōn phōnēs eis tēn Ellenida dialekton Ioannēs Baptistēs o Gabios metēneuken, Roma, Francesco Zanetti, 1582.

Collocazione: 5. c. I. 28

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