
Album "Il pendolo di Foucault"
In questa gallery raccogliamo documenti che illustrano la genesi e la vita editoriale del secondo romanzo di Umberto Eco, Il pendolo di Foucault (Bompiani, 1988), che fanno riferimento ai temi trattati nell’opera o hanno fornito una base informativa per l’autore.
Questa non vuole essere un’analisi scientifica ed esaustiva di fonti e documenti utilizzati dall’autore né tantomeno un’interpretazione critica.
Quello che qui proponiamo è il resoconto di un’esperienza di lettura e di ricerca nel patrimonio della nostra biblioteca (con alcune escursioni su altre raccolte documentarie). Non c’è quindi nessuna pretesa di una presentazione esaustiva dei molti argomenti e dei molti materiali che il romanzo potrebbe suggerire, ma la volontà di compiere una scelta sulla base di motivazioni anche episodiche e dettate dall’interesse dei lettori e dalle discussioni che il gruppo di lettura ha sostenuto negli incontri precedenti.
Consci di non incarnare il Lettore Modello presupposto dal testo, del testo faremo un uso specifico piuttosto che darne un’interpretazione, secondo la distinzione posta dallo stesso autore in Lector in fabula (paragrafo 3.4, Uso e interpretazione, p. 59-60).
L’indicazione delle pagine del romanzo citate si riferisce alla prima edizione, pubblicata nel 1988 dall’editore Bompiani. De Il pendolo di Foucault sono comunque sempre indicati anche i capitoli da cui sono tratte le citazioni, per facilitarne l’individuazione in altre edizioni.
I documenti utilizzati sono quasi totalmente conservati e consultabili presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna. Salvo dove diversamente specificato la collocazione indicata è quindi relativa a questa biblioteca.

Commentaires des mémoires de M. le Comte de Saint Germain (1781)
C’è un caso in cui l’ipotetica relazione fra personaggio romanzesco e persona storicamente esistita diventa un vero e proprio elemento della trama e percorre l’intera vicenda. Anche se la stessa esistenza di quella che qui abbiamo definito “persona storicamente esistita” è un mistero.
Il personaggio in questione è naturalmente Simone Agliè, che Casaubon conosce in Brasile e che poi viene coinvolto nelle attività della casa editrice per le sue sterminate conoscenze in campo esoterico. Agliè fin da subito vuole fare credere di essere il Conte di Saint-Germain, figura leggendaria e misteriosa che compare in molte opere letterarie ma anche in memorie di personaggi famosi, da Cagliostro a Casanova. Una delle caratteristiche del Conte è che se ne trova traccia in testi molto distanti fra loro cronologicamente, tanto che lo si è ritenuto - o almeno molti degli adepti a culti esoterici lo hanno ritenuto - immortale.
«“Adoro i culti di Iside,” disse Amparo, che spesso per orgoglio amava fingersi fatua. “Lei sa tutto sui culti di Iside, immagino”».
Agliè rispose con modestia: “Solo quel poco che ne ho visto”.
Amparo cercò di riguadagnar terreno: “Non era duemila anni fa?”
“Non sono giovane come lei,” sorrise Agliè» (cap. 26, p. 142).
Eco dunque porta il suo gioco dell’ambiguità al quadrato, rendendo una persona che si suppone sia realmente esistita - ma della cui biografia si hanno tracce frammentarie e ricche di mistero - un personaggio che alimenta quello stesso mistero facendo credere di essere l’ennesima reincarnazione di quella persona.
Un complicato intreccio fra realtà e finzione che diviene ancora più intricato quando lo stesso Eco sembra confondere la misteriosa figura del Conte di Saint-Germain con una figura dalla biografia ben più “solida” e ben documentata, cioè il Claude-Louis-Robert, comte de Saint-Germain, che fu soldato e funzionario dello Stato francese e pubblicò nel 1779 le proprie memorie, che vennero commentate nell’opera di cui vediamo qui il frontespizio (consultabile online in un’edizione di un anno precedente). All’inizio del capitolo 75 (p. 334), quasi interamente occupato da una cronologia che comprende gli ultimi tre secoli e elenca la comparsa sulla scena di decine di sette o associazioni esoteriche più o meno segrete, Eco infatti scrive:
«1707 Nasce Claude-Louis de Saint Germain, se davvero è nato».
Sembra dunque che, per l’autore del Pendolo, il soldato e statista francese sia una delle tante incarnazioni della misteriosa figura del Conte di San Germano (nel romanzo Agliè viene sempre definito così, con la trasposizione italiana della denominazione francese).
Rinunciamo a indagare oltre su quanto questa confusione sia stata voluta da Eco. Nel Dizionario del pendolo di Foucault la voce Saint-Germain, Claude-Louis de, rimanda alla voce San Germano (conte di), avallando dunque una identificazione fra i due.
Una piccola annotazione editoriale. La lunga cronologia del capitolo 75, nell’ultima edizione del romanzo, non ha più la forma di un elenco scritto che Casaubon mostra ai suoi due complici, ma è riscritta come discorso diretto dello stesso Casaubon, che legge il documento da lui scritto.
Commentaires del mémoires de M. le Comte de Saint-Germain, Londres, s.n., 1781.