
Album "Il pendolo di Foucault"
In questa gallery raccogliamo documenti che illustrano la genesi e la vita editoriale del secondo romanzo di Umberto Eco, Il pendolo di Foucault (Bompiani, 1988), che fanno riferimento ai temi trattati nell’opera o hanno fornito una base informativa per l’autore.
Questa non vuole essere un’analisi scientifica ed esaustiva di fonti e documenti utilizzati dall’autore né tantomeno un’interpretazione critica.
Quello che qui proponiamo è il resoconto di un’esperienza di lettura e di ricerca nel patrimonio della nostra biblioteca (con alcune escursioni su altre raccolte documentarie). Non c’è quindi nessuna pretesa di una presentazione esaustiva dei molti argomenti e dei molti materiali che il romanzo potrebbe suggerire, ma la volontà di compiere una scelta sulla base di motivazioni anche episodiche e dettate dall’interesse dei lettori e dalle discussioni che il gruppo di lettura ha sostenuto negli incontri precedenti.
Consci di non incarnare il Lettore Modello presupposto dal testo, del testo faremo un uso specifico piuttosto che darne un’interpretazione, secondo la distinzione posta dallo stesso autore in Lector in fabula (paragrafo 3.4, Uso e interpretazione, p. 59-60).
L’indicazione delle pagine del romanzo citate si riferisce alla prima edizione, pubblicata nel 1988 dall’editore Bompiani. De Il pendolo di Foucault sono comunque sempre indicati anche i capitoli da cui sono tratte le citazioni, per facilitarne l’individuazione in altre edizioni.
I documenti utilizzati sono quasi totalmente conservati e consultabili presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna. Salvo dove diversamente specificato la collocazione indicata è quindi relativa a questa biblioteca.

Bernardo da Chiaravalle, sostenitore dei Templari
E finalmente i Templari. Perché è da loro che la trama del romanzo prende avvio. Dal misterioso messaggio scovato in Francia dal colonnello Ardenti e interpretato come la chiave per comprendere il piano segreto grazie al quale i Cavalieri del Tempio - e tutte le logge e le sette più o meno segrete che a essi si sono ispirate dopo la soppressione dell’Ordine a inizio XIV secolo - pensano di conquistare il dominio del mondo.
Il tema continua a interessare Eco anche ben dopo la pubblicazione del Pendolo, dal momento che il 23 agosto 2001 pubblica una Bustina in cui, senza citare il suo romanzo, lo richiama in maniera esplicita nel brano evidenziato.
Ma partiamo dall’inizio, con una incisione rappresentante San Bernardo, che se non fu il fondatore dell’Ordine «intuisce subito che l'idea è da coltivare, e appoggia quei nove avventurieri, trasformandoli in una Militia Christi, diciamo pure che i Templari, nella loro versione eroica, li inventa lui» (cap. 13, p. 72). Chi parla è Casaubon, che durante la prima parte del Pendolo sta dedicando ai Templari i propri studi per la redazione della tesi di laurea. Sarà lui stesso che anni dopo, quando il Piano sarà quasi completo, ipotizzerà che l’appoggio del santo all’ordine avesse secondo fini segreti e misteriosi, in quanto Bernardo era un iniziato (cap. 74, p. 331).
Bernardo da Chiaravalle, Sermoni volgari del diuoto dottore santo Bernardo: sopra le solennitade di tutto lanno, Venezia, Giovanni Antonio & fratelli Nicolini da Sabbio, 1528.