IL LIBRO DEI VATICINIA PONTIFICUM
La storia dei Vaticinia si snoda lungo il periodo della grande crisi religiosa tra tardo Trecento e primo Quattrocento. In questo periodo - che comprende i settant'anni del papato avignonese, il grande scisma, i concili di Costanza e Basilea, la crisi hussita - il principio della continuità apostolica si trovò costantemente al centro del dibattito europeo che auspicava una riforma della Curia romana. La denuncia della mondanità, della simonia e degli intrighi di potere del papato forma gran parte del contenuto del libro che, dopo aver messo in risalto le responsabilità dei pontefici rispetto al destino della Chiesa, sviluppa l'aspettativa di un rinnovamento delle istituzioni ecclesiali per opera di uno o più 'papi angelici'.
Per accrescerne il prestigio, il testo è stato falsamente attribuito al monaco ed eremita calabrese "di spirito profetico dotato" Gioacchino da Fiore (ca. 1132 - 1202). Le ultime quindici profezie sono state ascritte anche ad Anselmo, lo pseudo vescovo di Marsico Nuovo, che avrebbe ricevuto le sue rivelazioni nel 1278. Questa doppia attribuzione è in qualche modo motivata dal fatto che i Vaticinia - nella forma tramandata nel codice dell'Archiginnasio - furono messi a punto attorno al 1415, assemblando due serie precedenti di quindici profezie ciascuna.