
Album "Baudolino"
In questa gallery raccogliamo documenti che illustrano la genesi e la vita editoriale del romanzo Baudolino di Umberto Eco (2000), che fanno riferimento ai temi trattati nell’opera o hanno fornito una base informativa per l’autore. Questa non vuole essere un’analisi scientifica ed esaustiva di fonti e documenti utilizzati dall’autore né tantomeno un’interpretazione critica.
Quello che qui proponiamo è il resoconto di un’esperienza di lettura e di ricerca nel patrimonio della nostra biblioteca (con alcune escursioni su altre raccolte documentarie). Non c’è quindi nessuna pretesa di una presentazione esaustiva dei molti argomenti e dei molti materiali che il romanzo potrebbe suggerire, ma la volontà di compiere una scelta sulla base di motivazioni anche episodiche e dettate dall’interesse dei lettori e dalle discussioni che il gruppo di lettura ha sostenuto negli incontri precedenti.
L’indicazione delle pagine del romanzo citate si riferisce alla prima edizione, pubblicata nel 2000 dall’editore Bompiani. Di Baudolino sono comunque sempre citati anche i capitoli da cui sono tratte le citazioni, per facilitarne l’individuazione in altre edizioni.
I documenti utilizzati sono quasi totalmente conservati e consultabili presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna. Salvo dove diversamente specificato la collocazione indicata è quindi relativa a questa biblioteca.

La mappa di Cosma disegnata da Zosimo
La mappa più importante all’interno del romanzo è senza dubbio quella di Cosma Indicopleuste, vero e proprio specchietto per le allodole con cui il monaco Zosimo inganna più volte Baudolino e i suoi compari, promettendola, nascondendola, facendola immaginare senza mai svelarla. Per non essere ucciso, quando nel capitolo 21 viene ritrovato a Costantinopoli, Zosimo disegna con uno stilo questa immagine, che rappresenta la Terra a forma di tabernacolo come la immagina Cosma.
«Esso mostrava la forma dell’universo, esattamente come un tempio, con la sua volta ricurva, la cui parte superiore rimane celata ai nostri occhi dal velo del firmamento. Sotto si stende l’ecumene, ovvero la terra su cui abitiamo, che però non è piatta ma poggia sull’oceano, che la circonda, e monta per un declivio impercettibile e continuo verso l’estremo settentrione e verso occidente, dove si erge una montagna talmente alta che la sua presenza sfugge al nostro occhio e la sua cima si confonde con le nubi. Il sole e la luna, mossi dagli angeli - a cui si debbono anche le piogge, i terremoti e tutti gli altri fenomeni atmosferici - passano al mattino da oriente verso il meridione, davanti alla montagna e illuminano il mondo, e alla sera risalgono a occidente e scompaiono dietro la montagna, dandoci l’impressione di tramontare. Così, mentre da noi cala la notte, dall’altra parte della montagna è giorno, ma questo giorno nessuno lo vede, perché il monte dall’altra parte è deserto, e nessuno vi è mai stato» (cap. 21, p. 263).
Eco torna a parlare di Cosma Indicopleuste in uno dei testi pubblicati nella raccolta del 2011 Costruire il nemico e altri scritti occasionali, che si intitola Astronomie immaginarie (p. 217-251) e rielabora due interventi tenuti nel 2001 e nel 2002. In queste pagine saggistiche non solo ritroviamo questo disegno e quello dell’immagine successiva, ma anche le parole che li accompagnano riprendono quasi letteralmente quelle del romanzo appena citate.
Umberto Eco, Baudolino, Milano, Bompiani, 2000.