MALEDETTI LIBRI!
L'irrefrenabile passione per la censura e la distruzione delle biblioteche
Da qualche anno la Biblioteca dell’Archiginnasio ha avviato una serie di studi volti ad approfondire le conseguenze concrete che eventi storici di vasta portata o avvenimenti di respiro più locale hanno avuto sul proprio patrimonio. La censura, le guerre, le scelte politiche, sono stati spesso causa di una perdita culturale alla quale in alcuni casi non è stato possibile rimediare. Studiare e approfondire questi eventi e queste tematiche è un modo per non dimenticare quanto successo in passato per evitare che si ripeta nel futuro.
Il libro di Fabio Stassi Bebelplatz. La notte dei libri bruciati (ed. Sellerio) ha dato lo spunto per questo progetto che, agli studi compiuti negli ultimi anni su questi temi, aggiunge ulteriori esempi e approfondimenti. L’opera di Stassi ha come focus centrale la censura nazista ma amplia il proprio sguardo a casi di distruzioni di documenti avvenute a causa di conflitti bellici, tema che tocca da vicino l’Archiginnasio. In molti casi infatti, anche quando la distruzione di documenti sembra casuale, la cancellazione della cultura di un paese - a partire dagli oggetti che hanno il compito di tramandarla e diffonderla - è uno degli obiettivi da raggiungere durante conflitti di varia natura e origine.
Se Bebelplatz è stato un punto di partenza, abbiamo cercato di seguirne l’esempio per spaziare interrogando altri studi e altri documenti, spesso legati alla vita della biblioteca. Abbiamo privilegiato i periodi in cui si sono affermate le dittature europee novecentesche, senza però tralasciare puntate nel passato e avendo sempre a mente quanto questi temi siano ancora di tragica attualità.
Per capire come l’odio verso i Maledetti libri - che sono espressione concreta della libertà di pensiero - abbia spesso accompagnato eventi tragici, ma anche generato per reazione esempi di dedizione e di impegno da parte di chi i documenti li deve custodire e salvare.
I documenti utilizzati sono quasi totalmente conservati e consultabili presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna. Salvo dove diversamente specificato la collocazione indicata è quindi relativa a questa biblioteca.
Al rogo l'utile col diletto
Non un cappio ma un braciere l'inconsueta arma che il boia dovette usare per eseguire la sentenza di condanna al rogo di un mazzo di carte contenuta nell'Editto del cardinal Legato Tommaso Ruffo pubblicato il 12 settembre 1725.
Il patrimonio dell'Archiginnasio testimonia come la censura colpisse anche documenti non librari. La biblioteca possiede ben tre esemplari di un rarissimo mazzo di carte da gioco che intreccia il gioco dei tarocchi con la geografia di tutto il mondo e i blasoni e le insegne nobili di Bologna, inventato dal canonico Luigi Montieri e prodotto dallo stampatore Lelio Dalla Volpe, nella cui bottega sotto il Portico della Morte si riuniva un cenacolo culturale estremamente vivace. L'intento pedagogico appare chiaro fin dal titolo: L'utile col diletto, o sia geografia intrecciata nel giuoco de tarocchi con le insegne degl'illustrissimi, ed eccelsi signori gonfalonieri, ed anziani di Bologna dal 1670, fino al 1725 (il mazzo è integralmente visibile online).
Le ragioni della condanna alla distruzione di un mazzo di carte ritenute piene di «... mille irregolarità vane, ed improprie idee, degne del più esemplare castigo...» si trovano nella carta numero 21, dove il governo di Bologna viene definito «misto».
La definizione non è nuova, per la verità, ma affonda le sue radici nei Capitoli di papa Niccolò V del 1447, nei quali si sancisce che il governo della città dovesse essere esercitato dal Legato papale con il consenso delle magistrature cittadine. Proverbiale il detto «Nulla può il Legato senza il Senato, nulla il Senato senza il Legato».
Colpisce la volontà di corredare uno di questi mazzi con la trascrizione manoscritta dell'editto che lo condanna alla distruzione, che vediamo nell’immagine a fianco.
L'utile col diletto, o sia geografia intrecciata nel giuoco de tarocchi con le insegne degl'illustrissimi, ed eccelsi signori gonfalonieri, ed anziani di Bologna dal 1670, fino al 1725, Bologna, per il Bianchi, alla Rosa, 1725.
1 mazzo di carte da gioco + 1 opuscolo